martedì,Aprile 16 2024

Vibo, Lo Schiavo: «Lavoro per un centrosinistra forte ma rivendico la mia identità»

Il leader dei Progressisti interviene nel dibattito che anima la sinistra vibonese e afferma: «Utile ogni iniziativa che contrasti le destre ma continuerò a dare un contributo con il mio movimento senza aderire a nuove associazioni»

Vibo, Lo Schiavo: «Lavoro per un centrosinistra forte ma rivendico la mia identità»
Antonio Lo Schiavo

«Negli ultimi giorni si è avviata una discussione sulla ricostruzione del centrosinistra nella provincia di Vibo. È un utile dibattito che serve a dimostrare la voglia di ripartenza dopo le ultime regionali. Cosi come trovo utile il tentativo auspicabile di allargare il fronte del centrosinistra a tutte le forze che si contrappongono alle destre».  

Pensieri e parole di Antonio Lo Schiavo. Il leader dei Progressisti vibonesi entra nella discussione che in questi giorni anima il centrosinistra vibonese, tra fughe in avanti verso un nuovo Umanesimo sociale (così come si presenta il nuovo movimento lanciato dal primario emerito Domenico Consoli) e una guerra di posizione all’interno del Partito democratico dove i dirigenti affilano i coltelli guardando a possibili ridefinizioni delle gerarchie. [Continua]

Frammentazione vs unitarietà, la sintesi – quando si guarda a sinistra – non è mai un’operazione semplice né scontata e le traiettorie politiche seguono logiche spesso imperscrutabili. L’ex candidato a sindaco e al consiglio regionale però avverte: «qualunque nostra analisi deve sempre muovere da una consapevolezza». Quale? Il declino dell’area progressista.

«Il centrosinistra – afferma Lo Schiavo – è reduce da ormai molto tempo da sconfitte ed oggi non è maggioranza né nella società calabrese né in quella vibonese. Da questa consapevolezza, e da un’analisi delle ragioni che hanno portato a questo, deve muovere ogni nostra azione, tentando di recuperare il consenso della popolazione e sapendo che vi è la necessita del contribuito di tutti per ritornare a vincere».

C’è chi però – come Consoli – lancia nuovi “laboratori” escludendo dal confronto, tra gli altri, proprio Lo Schiavo. «Ho letto della nascita di una nuova associazione che si pone l’obiettivo di allargare il perimetro del centrosinistra. È un’iniziativa meritevole – afferma -, che ha alla base del suo manifesto il riferimento a importanti movimenti culturali e ad alte categorie del pensiero politico. Ritengo utile ogni iniziativa che abbia il fine di contrastare le destre, ma personalmente non aderirò ad altre associazioni e continuerò a dare il mio contributo con il mio movimento dei Progressisti nato dopo le amministrative del 2015.  Questa nostra area è improntata da una chiara identità, ed ha un rapporto politico molto stretto con il ministro Speranza, che più volte è stato a Vibo per supportare la nostra azione».

Dunque una condivisione degli intenti e al contempo una rivendicazione della propria autonomia e identità. «Daremo tutto il nostro aiuto – conferma Lo Schiavo – a ricostruire un’area progressista alternativa alle destre e siamo pronti a partecipare ad un tavolo politico aperto, inclusivo, tra tutte le forze che si contrappongono alle destre e che possa consentire la partecipazione più ampia possibile tra coloro che vogliono stare in questo campo. Su questo siamo in sintonia con chi nel Partito democratico vuole superare le divisioni del passato e ricostruire un fronte politico ampio e unito».

Senza riproporre, magari, un film già visto. «Quello che non dobbiamo più fare è ritornare agli antichi vizi di autoreferenzialità, dei gruppi ristretti, ma si può tornare a vincere solo recuperando l’ultimo dei nostri militanti partendo dal paese più periferico della provincia».

Il modello, per Lo Schiavo, è quello già sperimentato alle ultime regionali, quando «abbiamo dato prova della nostra presenza. Abbiamo sfiorato l’elezione e abbiamo partecipato convintamente, con la nostra identità, alla campagna elettorale all’interno della lista civica del presidente Callipo. È stato un bell’esperimento di compresenza di culture diverse. Questa nostra adesione, anche grazie al nostro apporto elettorale, ha consentito a questa lista di ottenere un risultato straordinario nella provincia di Vibo, di essere la prima forza politica e spero – conclude la sua disamina il notaio vibonese – che questo patrimonio non vada disperso. Sarebbe davvero un peccato se il segnale degli elettori venisse vanificato da successive divisioni».

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