giovedì,Marzo 28 2024

Una via per Almirante a Vibo, lo sdegno del Pd e l’aplomb di Grillo

Proseguono le reazioni alla proposta di intitolare una strada al padre del Movimento sociale. I dem: «Si vuol fare della città un laboratorio dell’ultradestra». L’ex consigliere regionale: «Dibattito stucchevole»

Una via per Almirante a Vibo, lo sdegno del Pd e l’aplomb di Grillo

«È paradossale che in un momento del genere, con difficoltà sempre più gravi che incombono sulla città, la maggioranza si preoccupi di intitolare una via a Giorgio Almirante. Da mesi ormai il dibattito pubblico sulle problematiche di Vibo Valentia è affidato a proclami propagandistici che puntualmente si risolvono in zero soluzioni. Condividiamo la presa di posizione delle associazioni cittadine e dell’Anpi che hanno manifestato apertamente e con parole chiare il loro dissenso avverso una proposta più che discutibile».

Il gruppo consiliare e il coordinamento cittadino del Pd di Vibo Valentia si associano allo sdegno per la proposta di intitolazione di una via al fondatore del Msi Giorgio Almirante, già manifestato da Anpi e Fiom-Cgil. «Il tentativo di utilizzare questa città come se fosse il laboratorio dell’ultradestra – scrivono i dem – è estremamente divisivo, in ritardo con la storia e non può essere accettato dalla comunità democratica.

Una proposta che marca una differenza all’interno della maggioranza tra anime diverse come Fratelli d’Italia, da cui nasce la proposta, ed anime più democratiche come l’Udc ed una parte degli ex Pd e/o ex centrosinistra che erano presenti nelle liste e sono stati eletti nell’attuale maggioranza. Ci chiediamo se i loro valori gli consentiranno di condividere ed appoggiare una proposta cosi distante dai lori valori». [Continua]

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Per il gruppo e il coordinamento «si continuano a trasmettere messaggi distorti all’opinione pubblica e in particolare alle nuove generazioni. In coerenza con questa linea politica, si compiono scelte amministrative che ci mantengono ancorati al secolo scorso, senza una visione concreta per il futuro, un’amministrazione che ancora prima di nascere ha visto il saluto romano dell’attuale sindaco e che spesso nei consigli comunali si dimentica delle regole democratiche non tollerando di affrontare le discussioni allorquando non vengono condivise le questioni poste. Eppure l’opposizione ed il Pd si è dimostrata più volte responsabile e disponibile a discutere e votare all’unanimità pratiche che avessero lo scopo preminente della tutela degli interessi dei cittadini. Ma nonostante ciò spesso e volentieri questa amministrazione ha chiuso le porte alla discussione arroccandosi nell’approvazione dei provvedimenti a colpi di maggioranza.

Invitiamo, pertanto, l’Amministrazione e la maggioranza a non perdere altro tempo ed evitare l’ulteriore caduta verso il ridicolo del dibattito politico cittadino».

Il Pd, si spiega infine, «manterrà alta l’attenzione sui temi che interessano la crescita e il bene della comunità dai rifiuti di cui la città è ricolma, alle ataviche problematiche della carenza idrica, ai ben più attuali problemi legati alla mancanza di lavoro ed alle chiusure delle attività commerciali che si susseguono nel post Covid sperando che la maggioranza che guida questa città faccio lo stesso e si occupi finalmente della nostra città».

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L’aplomb di Alfonso Grillo

Alfonso Grillo (Vibo da vivere)

Di segno opposto il commento di Alfonso Grillo, leader del movimento Vibo Valentia da vivere. « La vicenda legata all’intitolazione di una strada a Giorgio Almirante, che per alcuni continua a rimanere una figura scomoda, pur essendo io un’instancabile e convinto sostenitore del suo stile e ardore politico, mi trova assolutamente indifferente rispetto all’inutile e stucchevole dibattito che si è aperto a Palazzo Luigi Razza. Sì, Luigi Razza, colui che in città, oltre alla struttura comunale, ha intitolato anche vie e piazze, e, tanto per intenderci, lo ricordo agli smemorati di Collegno, era ministro dei lavori pubblici durante il regime di Mussolini, mi si contesterà che era anche cittadino vibonese, motivo per cui non si incorre nel reato di apologia del fascismo. Reato, invece, in cui si incorrerebbe a dire di qualcuno per una strada da intitolare a Giorgio Almirante, faccio fatica a comprendere, tuttavia auspico che si vada oltre, la figura di Almirante non merita di diventare motivo per alimentare rancori, evidentemente la pacificazione nazionale non è ancora compiuta, dunque, nel frattempo, ci si occupi delle cose da fare per migliorare la città».

Grillo si dice però «stupito di fronte a taluni colpi di testa di sigle o “esponenti” politici che ipocritamente si affrettano all’uso del fango, disponendo di un’energia vitale di cui non v’è traccia nei corsi e ricorsi storici della vita politica, economica e sociale della città. Avvezzi all’impegno ma pronti a denigrare. Se poi si tratta di contestare uomini di una specifica area politica che, nolente o dolente, hanno fatto da cornice alla storia del paese, sempre pronti a scatenare l’ipocrita corsa alla difesa della democrazia, indossando i panni degli “antifascisti di facciata”, salvo poi calpestarne, quotidianamente, con disinvolta indolenza principi e valori».

Infine «per tornare al nocciolo della questione, dico, agli estremi difensori del si, e, agli impavidi paladini del no, di non cincischiarsi in questa inutile battaglia, vedere o meno quel nome su una tabella fissata ad un palo lungo una strada qualsiasi che un giorno nessuno guarderà più, poco importa, a rendere immortale la memoria dell’uomo stimato, sensibile e leale, del politico padre della destra italiana, rispettoso delle istituzioni democratiche, ci ha già pensato la storia».

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