Nelle polemiche sul concerto di Capodanno dei Modena City Ramblers, promosso dal Comune di Vibo, si inserisce anche il comitato provinciale dell’Associazione nazionale partigiani italiani, che risponde alle critiche del centrodestra per la scelta del gruppo musicale considerato “di parte”. In particolare, l’ex sindaco Maria Limardo (Lega) ha definito «divisiva» la decisione del Comune, una sorta di «contentino ideologico per la propria parte politica».

«Mi sembra davvero assurdo – commenta il presidente del Comitato provinciale Anpi, Carmine Armellino - che il sindaco della nostra città, congiuntamente agli amministratori tutti, possa essere accusato di aver organizzato per il giorno di capodanno una grande festa popolare, con un famosissimo gruppo musicale, perché le idee politiche espresse dai Modena City Ramblers sono antifasciste (anche antimafia, in verità, cosa di non poco conto) e, per logica conseguenza, in linea con i principi democratici alla base della nostra Repubblica. Quale scandalo può esserci in questa scelta non l'ho ben capito. Infatti, dire che la stessa sia divisiva presuppone che la nostra Costituzione non rappresenti tutti gli italiani, che non dia a tutti i cittadini la possibilità di esercitare democraticamente i propri diritti».

Armellino, in premessa, ricorda il giuramento sulla Costituzione che fa ogni sindaco al suo insediamento e rimarca che «la nostra Carta è antifascista, con buona pace dei numerosi tristi nostalgici del ventennio in cui vigeva un pensiero unico, violento e persecutorio».

«La nostra Costituzione - continua la nota dell’Anpi - è stata pensata e scritta come grande esempio di esercizio democratico, dalle madri e dai padri costituenti, molte e molti dei quali erano stati anche combattenti nelle brigate partigiane, rappresentanti di ogni colore politico, escluso il nero. Ebbene noi dell'Anpi ci riconosciamo pienamente nella nostra Carta costituzionale, frutto del sacrificio della lotta partigiana, della Resistenza. Difendere questi principi riteniamo sia un sacro dovere come sacro dovere è il giuramento di un sindaco su questo Testo fondamentale. Rimane la tristezza di constatare che tali rimostranze arrivino anche da persone che in altri tempi, per l'assunzione di pubblici incarichi democraticamente affidati, hanno a loro volta giurato sulla stessa Costituzione! Non erano sinceri allora o sono confusi adesso?».