«Spostare i confini amministrativi può e deve certamente essere tema di confronto, ma non è assolutamente la risposta immediata ai problemi strutturali che riguardano sanità, viabilità e servizi essenziali che vivono le nostre comunità». Sono paletti belli tosti quelli che il sindaco di Spadola, Antonio Maria Rosso, piazza nel dibattito innescato recentemente dal sindaco di Serra San Bruno, Alfredo Barillari, che ha rilanciato con forza la proposta secondo la quale i Comuni montanti del Vibonese passino con la Provincia di Catanzaro. Un’ipotesi che per realizzarsi, oltre a un iter abbastanza lungo e complesso, deve necessariamente poggiarsi sulla continuità territoriale con il Catanzarese che proprio Serra non ha. Dunque, o si passa in blocco o non si passa.

Quello di Rosso è un “Nì” con un rilancio capace di far saltare il banco: «Piuttosto che immaginare singoli ritorni o separazioni – continua il primo cittadino di Spadola –, si potrebbe valutare la ricostituzione della storica Provincia di Catanzaro, integrando al suo interno l’intero territorio Vibonese e Crotonese». Insomma, tornare alla situazione come era prima del 1992, quando le province calabresi diventarono cinque al posto delle originarie tre (Reggio, Cosenza e Catanzaro). «Un’ipotesi che, pur complessa – spiega Rosso – avrebbe il merito di restituire coerenza territoriale, forza istituzionale e una visione d’insieme alle aree oggi più fragili della Calabria, garantendo un approccio organico ai problemi comuni di viabilità, sanità, sviluppo e servizi pubblici».

Tornando sulla proposta di Barillari, il sindaco di Spadola ammette che «per storia, tradizione e vocazione, i nostri territori sono da sempre molto vicini – non solo geograficamente – al Catanzarese. Tuttavia – aggiunge – è opportuno interrogarsi se la Provincia di Catanzaro di oggi sia realmente quella che i nostri cittadini ricordano prima del 1992, anno di istituzione della Provincia di Vibo Valentia, e soprattutto quale sia oggi la situazione dei servizi, della viabilità e del diritto alla salute nelle aree interne del catanzarese».

Secondo Rosso, «il compito delle Amministrazioni locali è quello di affrontare e risolvere i problemi concreti delle nostre comunità. Oggi la mia maggiore preoccupazione – afferma – riguarda la carenza di servizi sanitari sul territorio: penso alle difficoltà che i pazienti dializzati stanno incontrando per poter accedere a una terapia salvavita presso l’ospedale di Serra San Bruno o alla recente eliminazione della struttura semplice del Laboratorio analisi che, pur mantenendo i servizi, lascia presagire un ulteriore e preoccupante depotenziamento».

Insomma, secondo il primo cittadino il problema esiste ma non è prioritario. E propone una riflessione più complessiva: «Se la Provincia di Vibo Valentia non ha saputo rispondere pienamente alle esigenze del territorio, allora forse sarebbe più opportuno riflettere su una riorganizzazione complessiva delle autonomie locali. L’attuale impianto istituzionale delle Province, come ridefinito dalla riforma Delrio, non ha dato vita a quell’assetto di efficienza e semplificazione amministrativa immaginato dal legislatore. Le Province, private di una reale autonomia finanziaria e di un mandato politico diretto, sono rimaste in una condizione di incertezza funzionale, con competenze limitate e risorse insufficienti».

Infine, la stilettata politica all’indirizzo di Barillari, ricandidato alla guida di Serra nella tornata elettorale che si terrà in primavera: «Lungi dal voler entrare in dinamiche elettorali che riguardano una comunità matura e capace di autodeterminarsi come quella di Serra San Bruno, ritengo tuttavia che la questione meriti di essere approfondita con serietà e visione. Mi auguro, inoltre, che in uno spirito di coerenza, chi oggi già si immagina fuori dalla Provincia di Vibo Valentia rifletta attentamente sull’opportunità di partecipare alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio della stessa».