giovedì,Aprile 25 2024

Ospedale Covid a Tropea, crescono i malumori per la scelta dell’Asp di Vibo

L’associazione “Insieme Per” sottolinea i rischi per i malati oncologici che potrebbero venire a contatto con i contagiati. Un solo ascensore per tutti i pazienti?

Ospedale Covid a Tropea, crescono i malumori per la scelta dell’Asp di Vibo
L'ingresso ai reparti dell'ospedale di Tropea
L’ospedale di Tropea

E’ con viva e crescente preoccupazione che l’associazione di volontariato Insieme Per sta seguendo le notizie stampa degli ultimi giorni in merito alla conversione di due piani del nosocomio di Tropea in reparto di degenza per malati Covid. Preoccupazione che nasce dalla presenza al primo piano del suddetto presidio dell’unico servizio di oncologia medica della provincia che attualmente presta assistenza e terapie a circa 120 pazienti provenienti anche da altre Asp. E’ noto a tutti il particolare stato di deficienza immunitaria che i pazienti oncologici in terapia presentano; se a questo aggiungiamo l’obiettiva inidoneità della struttura ospedaliera alla creazione di percorsi differenziati per pazienti covid e non – si veda l’ubicazione, per esempio, della macchina per la Tac al piano seminterrato con accesso obbligato – ecco che appare più che giustificata l’apprensione nostra, dei pazienti e dei loro familiari: con quale spirito persone già fortemente provate nel fisico e nella psiche potranno recarsi a ricevere le quotidiane terapie rischiando di venire in contatto con altri pazienti che potrebbero compromettere la loro già fragile condizione?”. [Continua in basso]

E’ quanto spiega l’associazione di volontariato “Insieme Per” che ritenendo di rappresentare lo stato d’animo di malati e familiari chiede ai vertici dell’Asp di Vibo, ed in particolare al commissario straordinario Maria Bernardi, quali siano in concreto “i provvedimenti e le precauzioni assunti per escludere categoricamente le possibilità di contagio all’interno del nosocomio tropeano, non potendo accontentarci di vaghe e generiche rassicurazioni. Ad ulteriore esempio portiamo gli ascensori di servizio: ne sono presenti due, uno dei quali riservato esclusivamente al trasporto dello sporco. Ciò significa che dovranno usufruire del rimanente indistintamente tutti i pazienti, affetti da covid e non. Non è plausibile neppure l’uso degli ascensori riservati ai visitatori, visto che le dimensioni esigue impediscono addirittura di ospitare una carrozzella, men che meno una lettiga.
Chi è disposto ad assumersi la responsabilità per le eventuali gravi conseguenze che dovessero subire gli altri pazienti in cura? Riteniamo inoltre doveroso segnalare che lo spostamento del reparto di medicina generale presso l’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia viene a privare i pazienti oncologici dell’unico punto di riferimento in caso di complicazioni che dovessero verificarsi durante la terapia. Più volte è accaduto e solo grazie alla disponibilità del reparto di Medicina Generale si sono potuti ricoverare i pazienti. Cosa accadrebbe nei prossimi giorni nel malaugurato caso di complicazioni per i pazienti oncologici? Dove potrebbero trovare accoglienza e cure? Sono queste delle spontanee considerazioni che portiamo all’ attenzione di chi si trova a prendere decisioni in momenti sicuramente delicati ma che non possono prescindere da un’attenta valutazione del profilo di rischio di tutta intera l’utenza dell’ospedale di Tropea; considerazioni e perplessità riguardo alle quali attendiamo fiduciosi un’articolata risposta dai soggetti competenti”.

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