mercoledì,Aprile 24 2024

Pronto soccorso di Vibo senza medici, il drammatico sfogo della dottoressa Rodolico

Medici stremati e pazienti che stazionano nei corridoi. La ferma denuncia della professionista

Pronto soccorso di Vibo senza medici, il drammatico sfogo della dottoressa Rodolico
Marianna Rodolico, dirigente medico

«Qualcuno si chiede perché al Pronto soccorso si arriva al mattino e si esce, se tutto va bene, la notte? Bene, è giusto che la gente sappia che da un po’ di tempo a lavorare in quei locali c’è un solo medico. Uno dedicato ad accogliere tutti i codici, dal prioritario a quello meno rilevante, sempre lui dedicato a cercare posti letto, a comunicare, spesso in situazione ostica e difficile, con gli specialisti del presidio o con i colleghi di altri ospedali per il trasferimento dei malati.  Un solo medico, quindi, che visita, scrive, telefona, che litiga con i colleghi per trovare una soluzione al paziente ». Inizia così l’articolato post pubblico vergato sulla pagina Facebook della dottoressa Marianna Rodolico, veterano medico in forza al Pronto soccorso dello Jazzolino. «E non solo – prosegue la pubblica denuncia – lo stesso medico deve correre anche in Medicina d’urgenza poiché i 4 posti letto, sempre occupati, appartengono al reparto e i malati hanno bisogno di cure. In tutto questo il malcontento dei pazienti e dei familiari che spesso induce alla lite con il medico, unico e solo che viene aggredito, maltrattato e umiliato, come se fosse esclusivamente sua la colpa di tutto il ritardo e della mancanza di risposte ». Lo scorso aprile, proprio la dottoressa Rodolico, era stata vittima di una vile aggressione da parte di un familiare di un paziente. «In questo contesto dove sono le istituzioni? Perché il personale che va via non viene rimpiazzato? Perché non vengono fatti ordini di servizio temporanei a colleghi di altri reparti o di altri ospedali dell’azienda per dare, quando serve, una mano al Pronto soccorso? È come se il problema non ci fosse o come se riguardasse altri. Invece c’è chi soffre e chi urla, il malato e il medico! Una sofferenza comune, da un lato e dall’altro, un sanitario che vorrebbe dare aiuto, ma poi si rende conto che non ce la fa a combattere da solo con la malattia, con la burocrazia, con la mancanza di collaborazione e di comunicazione, con il lassismo di una azienda che cerca di guardare in alto non vedendo invece i problemi del piano terra». [Continua in basso]

L’ospedale “Jazzolino”

Problemi, che, prosegue la professionista «vanno anche oltre il numero dei medici e che colpiscono i malati nel pieno delle loro necessità, ovvero, il bisogno di un ricovero. E qui l’ulteriore difficoltà, il reparto di Medicina di Vibo è sparito dal tempo del Covid e per un ricovero  il paziente deve avere “la sfortuna” di avere tale malattia, solo così può essere curato nel nosocomio, altrimenti deve essere trasferito! E dopo giorni di attesa nei corridoi del Pronto soccorso, finalmente la Medicina di Tropea apre le porte, di Serra manco a parlarne!». Chi ci rimette in tutto questo? – rimarca la Rodolico -« Il malato ovviamente,  ma anche il personale tutto che deve cercare di accudire, nel migliore dei modi, il paziente che staziona da giorni nelle stanze e nei corridoi. E non tocchiamo – aggiunge – il  problema ortopedia, altro nodo drammatico, fratture che stazionano giorni e giorni nell’attesa di una collocazione! Allora ci vogliamo svegliare? Cittadini e istituzioni, perché ci culliamo sopiti nella misera protesta sottovoce e non affrontiamo di petto e assieme un problema comune?Aspettiamo i cubani? Ma per favore! La voce dei medici è l’unica a poter dare una risposta e un aiuto a chi il problema neanche se lo pone: la collaborazione e la solidarietà, ma soprattutto la comunicazione, cosa ardua e difficile in questa Calabria feudale, può dare una mano alla ricerca della soluzione ». In questo contesto, conclude la dottoressa « i medici, esausti – nella giornata di ieri – hanno preparato uno striscione di protesta collocato nei cancelli dell’ospedale e dell’ azienda, minacciando le dimissioni in massa, ma la realtà servilista del luogo ha fatto sì che sparisse ancor prima dell’alba. È questa l’ ennesima dimostrazione di come in questa realtà si risolvono i problemi: ANNULLANDOLI. »

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