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Sul disastro della sanità vibonese i sindaci si scoprono (finalmente) uniti: «Ecco le criticità da affrontare, a cominciare dallo scollamento tra Asp e ospedale»

Presenti anche i quattro consiglieri regionali del territorio e un membro della triade commissariale. Tutti concordi sull’urgenza di interventi strutturali. Le proposte

Sul disastro della sanità vibonese i sindaci si scoprono (finalmente) uniti: «Ecco le criticità da affrontare, a cominciare dallo scollamento tra Asp e ospedale»

Si è tenuta ieri pomeriggio, nell’aula del Consiglio comunale di Vibo Valentia, la Conferenza dei sindaci chiamata ad approvare un documento cruciale: una relazione, promossa da 18 primi cittadini, che fotografa lo stato drammatico della sanità provinciale. Il testo, già presentato lo scorso maggio proprio nel municipio del capoluogo, punta il dito contro un sistema sanitario carente, incapace di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), e che vede Vibo tra i territori più penalizzati dell’intera Calabria.

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All’incontro hanno preso parte anche i consiglieri regionali Antonio Lo Schiavo, Raffaele Mammoliti, Michele Comito e Francesco De Nisi, oltre a un rappresentante della terna commissariale, Gianluca Orlando. Il quadro delineato dal documento è impietoso: si evidenziano gravi criticità tra cui la totale disconnessione tra l’ospedale e l’amministrazione, la scarsa programmazione, un impiego irrazionale del personale e liste d’attesa che mettono a dura prova la tenuta del sistema.

Le proposte dei sindaci non sono mancate. Si va dal rafforzamento della gestione e del controllo, alla mappatura delle risorse umane, fino all’integrazione con specialisti territoriali per accorciare i tempi delle prestazioni più urgenti.

I lavori si sono aperti con i saluti di Salvatore Fortunato Giordano, presidente della Conferenza e sindaco di Mileto. Subito dopo, il primo cittadino di Vibo Valentia, Enzo Romeo, ha sintetizzato i contenuti del documento, aprendo così il dibattito. Il primo a intervenire è stato Alfredo Barillari, sindaco di Serra San Bruno: «Le proposte contenute nel documento – ha detto – nascono da un lavoro condiviso. Per quanto riguarda l’Ospedale di Serra, mi riferisco in particolare al Dca sui servizi da attivare, come il day surgery, fondamentale per servire anche l’area confinante della provincia di Catanzaro. È necessario rafforzare i servizi nelle sedi periferiche e garantire postazioni di primo soccorso con ambulanze nei territori più isolati. La presenza di tutti i sindaci e dei consiglieri regionali dimostra la volontà comune di dare risposte concrete».

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Sulla stessa lunghezza d’onda il vicepresidente della Conferenza e sindaco di Pizzo, Sergio Pititto: «Stiamo facendo un buon lavoro, ma dobbiamo essere pragmatici. L’assistenza deve essere continua, strutturata, multidisciplinare. Da tempo, insieme ai colleghi della zona Angitola stiamo interloquendo con l’Anas per trasformare un’ex casa cantoniera in postazione di primo soccorso con ambulanza».

Toni più accesi da parte del consigliere Antonio Lo Schiavo che ha aggiunto: «Lo stato della sanità vibonese è emergenziale, servono interventi urgenti, anche a livello nazionale. Questo documento non deve restare confinato al dibattito tra sindaci: va portato sul tavolo dell’Asp, della Regione e del Governo. Bisogna rompere il silenzio e la rassegnazione: il piano di rientro ha negato in Calabria i diritti costituzionali alla salute e il Vibonese ne rappresenta il punto più critico. Occorre alzare i toni e non fare un passo indietro. Questo è un documento di coraggio e io sono pronto a combattere, fuori da ogni logica di colore politico».

A Lo Schiavo ha fatto eco Raffaele Mammoliti che col suo intervento ha mantenuto i toni accesi: «Vibo è allo sfascio. All’Asp regna il caos organizzativo e amministrativo. Non bastano soluzioni ordinarie: servono risposte strutturali. La governance è il vero problema. Dov’è finito il piano di sviluppo annunciato con tanto clamore? La terna commissariale deve farsi sentire e agire con misure straordinarie. Vibo non può più aspettare».
Sulla stessa linea anche Francesco De Nisi, che ha passato in rassegna le criticità già elencate nel documento.

Più cauto e con un taglio più tecnico il consigliere regionale Michele Comito: «Il nodo è la falla amministrativa. Serve un confronto serio. Molte risposte arriveranno solo con la fine del commissariamento, in particolare sul fronte dei bilanci. È vero, molto resta da fare, ma non possiamo ignorare quanto è stato già avviato. Serve un tavolo operativo che monitori ogni passaggio. Stare sul pezzo è l’unico modo per ottenere risultati».

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A chiudere il cerchio degli interventi è stato il commissario Gianluca Orlando, in rappresentanza della terna alla guida dell’Asp che in risposta agli interventi che lo hanno preceduto ha affermato: «Assumeremo tutti quelli che riusciremo in relazione al tetto di spesa di cui disponiamo. Questo documento è davvero di stimolo, perché va in una sola direzione e credo che in una regione come la Calabria è qualcosa di molto apprezzabile, quindi non può che essere condivisibile, e mi fa piacere perché c’è la voglia di lavorare unitariamente», parole a cui è seguita la proposta rivolta alla conferenza dei sindaci mirata alla riorganizzazione delle guardie mediche sul territorio con un lavoro congiunto.

La Conferenza si è chiusa con l’approvazione all’unanimità del documento. Un segnale forte, di coesione istituzionale e di allarme. Fuori da quell’aula, però, resta un’intera provincia che attende risposte. Concrete, immediate e misurabili. La sanità, a Vibo, non può più permettersi parole. Servono azioni.

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