Dai progetti di vita all’accesso al lavoro per disabili, Forum Terzo settore Vibo: «Tanto da fare»
Il portavoce Conocchiella analizza le richieste della associazioni e accende i riflettori anche sul tema barriere architettoniche e sostegno ai caregivers
Barriere architettoniche, lavoro e disabilità, progetti di vita. Sono questi alcuni punti analizzati nell’ambito dell’incontro promosso alla Biblioteca comunale di Vibo Valentia dal titolo “Tra i diritti e i desideri c’è una vita da vivere”. È il forum Terzo settore a stilare un bilancio dell’iniziativa, analizzando le richieste che frequentemente le persone con disabilità riferiscono all’organismo. «La prima cosa da prendere in seria considerazione è la necessità di far stilare un progetto di vita, che raccolga i bisogni e i desideri della persona con disabilità fin dalla sua nascita, creando una continuità tra servizi diurni, residenziali, laboratoriali. Discorso che le associazioni di settore -rileva il sodalizio rappresentato dal portavoce Pino Conocchiella– stanno portando avanti da alcuni anni, ma non hanno ancora ricevuto risposte soddisfacenti». Più specificatamente, il progetto di vita «permetterebbe di non stravolgere, come spesso accade, la vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie nel passaggio da un servizio ad un altro. In questa ottica – aggiunge – si inquadra anche il tema degli over 65 oltre che dei giovani con disturbo dello spettro autistico al raggiungimento della maggiore età. Ancora in troppi casi si vedono interruzioni e cambi dei servizi forniti solo in ragione di un criterio puramente anagrafico. Per esempio al momento, dopo i 65 anni, i primi escono dai servizi per disabili e vengono inseriti nei servizi per anziani, un passaggio spesso traumatico. Noi crediamo fermamente che sarebbe opportuno valutare il da farsi situazione per situazione. Non si possono spostare le persone come se fossero dei pacchi».
Il tema si sposta poi sulla questione barriere architettoniche che continuano ad ostacolare la vita delle persone con disabilità: «Nonostante Vibo abbia sempre dimostrato una buona sensibilità, ancora capita di scontrarsi con le barriere architettoniche. Un esempio sono alcuni edifici pubblici e privati datati, purtroppo anche appena costruiti, con limitazioni per l’accesso a chi ha difficolta di deambulazione o a far passare una sedia a ruote. Le barriere si trovano in posti dove vi sono uffici pubblici che per poter essere raggiunti dai parcheggi si debbono affrontare delle gradinate ripide, senza servizi di ascensori o monta sedie a ruote, dedicati». Per il Forum «serve mantenere alta l’attenzione su questo punto, che può sembrare già ampiamente trattato ma su cui è importante non abbassare mai la guardia». In più le associazioni di settore sollecitano le istituzioni pubbliche affinché venga istituita la figura del “disability manager”, con il compito «di raccogliere le istanze dei cittadini con disabilità e delle loro famiglie, di attivare il lavoro in rete di tutti gli enti e i soggetti coinvolti, di veicolare i bisogni delle persone disabili verso i servizi esistenti, di mettere in atto ogni azione volta a favorire l’accessibilità, urbanistica e non solo, e ad evitare ogni forma di discriminazione». Il Forum poi continua: «C’è anche bisogno che nel piano di edilizia pubblica si prevedano delle abitazioni e degli appartamenti adeguati alle persone con disabilità che vogliono andare a vivere da sole e sperimentarsi nella loro autonomia, naturalmente con l’accompagnamento degli educatori e dei servizi. Oggi, grazie alle nuove tecnologie e alla domotica, sono possibili tante soluzioni che prima non si prendevano in considerazione. Le grandi strutture non sempre rispondono ai desideri di queste persone: il sogno di molti è di avere una casa propria, accessibile ed economicamente sostenibile».
Tra gli argomenti, anche lavoro e disabilità: «Spesso persone con disabilità lieve faticano a trovare percorsi lavorativi adeguati e passano da tirocinio a tirocinio, senza riuscire ad essere veramente inserite nel tessuto sociale ed economico cittadino», aggiunge il portavoce. Un ultimo passaggio ha riguardato il supporto ai caregiver: «È tra le categorie più colpite dalla pandemia. Spesso i familiari di soggetti fragili sono costretti a rinunciare alla propria autonomia. In questo senso diventa, indispensabile promuovere e ridefinire concretamente i supporti e gli aiuti, riconoscendo il carico di lavoro di queste persone in sussidio alle carenze di uno stato sempre più preoccupato della spesa e non del benessere generale dei propri cittadini. Ad impreziosire l’approfondimento, le relazioni di Nunzia Coppedè (presidente Fish Calabria), le testimonianze di Sania Pagano (Aism Vibo) e Maria Vincenza Naso (presidente Angsa Vibo). I loro interventi si sono concentrati su alcuni punti specifici: progetto di vita, interazione, protagonismo, caregiver, operatori sanitari, integrazione sociale, inserimento nel mondo del lavoro, asp, amministrazione comunale.
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