venerdì,Maggio 3 2024

Porto Santa Venere, Montesanti: «Il ripristino del nome non innesca rivendicazioni autonomiste»

Lo storico considera superate queste posizioni e sottolinea: «Oggi si agevolano gli accorpamenti e le fusioni tra Comuni»

Porto Santa Venere, Montesanti: «Il ripristino del nome non innesca rivendicazioni autonomiste»
Panorama su Vibo Marina
Antonio Montesanti

Antonio Montesanti, artista e storico, dopo la mancata delibera della Giunta Comunale sul ripristino dell’antico toponimo di Porto Santa Venere per la frazione costiera vibonese, ritorna sull’argomento con l’obiettivo di fugare i possibili timori, coscientemente o inconsciamente presenti in larga parte degli amministratori vibonesi, che il ripristino del nome possa innescare rivendicazioni tendenti al distacco della frazione dal Comune-madre e conseguente istituzione di un Comune autonomo. E, dopo aver ricordato come questo timore sia antico, in quanto concretizzatosi in tre storici tentativi autonomisti (il primo nel 1948, il secondo nel 1968 ed il terzo nel 2008) sottolinea come queste iniziative siano state figlie del loro tempo, quando la legislazione sugli enti locali consentiva la creazione di nuovi comuni anche con mille abitanti.

«Oggi- afferma Montesanti- con l’entrata in vigore della legge n. 35/2022, che ha modificato il Testo unico sugli Enti Locali del 2000, chi ha un minimo di nozioni di politica amministrativa non può ignorare che la legislazione in vigore non lo consente più, agevolando, al contrario, gli accorpamenti e le fusioni tra Comuni. I nostri amministratori- continua Montesanti- sanno bene che non è più praticabile un percorso autonomista come in passato, ma continuano a sbandierarlo come possibile per una sola ragione: non soddisfare il bisogno dei cittadini del paese costiero di essere amministrati con responsabilità e condivisione in virtù delle diversità che caratterizzano i rispettivi territori. Diversità che diventerebbero ancora più evidenti con il ripristino del toponimo identitario di Porto Santa Venere e che, al contrario, il nome imposto di Vibo Marina contribuisce a celare. Non possiamo più nascondere- rimarca Montesanti- come i Dup, i Prc, i Piani triennali delle opere pubbliche, hanno sempre ignorato un dato di fatto: nel paese costiero vive una comunità numericamente superiore a quella del più popoloso comune della Provincia vibonese capoluogo escluso, ma lasciato sistematicamente privo di strutture e servizi». «E questo divario tra le “due città in una”- ammonisce infine Montesanti- troppo periferiche tra loro, è ora di essere affrontato, a partire dal nome cancellato e ora negato».

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