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San Gregorio, Lo Muto: «Mancata intitolazione piazza a don Luccisano? Si poteva avviare nuovo iter»

Nel 2013, l’allora prefetto Bruno non aveva dato il via libera. L’ex commissario “Noi moderati”: «Bisogna capire le motivazioni sottese al diniego»

San Gregorio, Lo Muto: «Mancata intitolazione piazza a don Luccisano? Si poteva avviare nuovo iter»
Nel riquadro Gregorio Lo Muto

Il Comune di di San Gregorio d’Ippona è recentemente tornato sulla vicenda dell’intitolazione della piazza del paese nel ricordo e memoria di “Don Michele Luccisano”, storico parroco, ricordato con grande affetto dalla generazione degli anni 60′. La proposta era stata avanzata al consiglio comunale dall’attivista politico locale Gregorio Lo Muto, ex commissario “Noi moderati” e attualmente senza posizione politica o pubblico schieramento. I dettagli sono contenuti in una nota stampa dello stesso Lo Muto che ripercorre la vicenda partendo da quanto recentemente pubblicato sui social dal Comune.

La comunicazione del Comune

Il municipio di San Gregorio d’Ippona

“Facendo seguito alle richieste di intitolazione di piazza Restagno al compianto don Michele Luccisano pervenute nell’ultimo periodo a questa amministrazione – si legge nella comunicazione – si fa presente che in data 12 agosto 2013 la Giunta comunale chiedeva la ridenominazione di piazza Restagno, alla memoria di don Michele Luccisano seguendo l’iter burocratico previsto in tali occasioni. È stata inviata richiesta alla locale Prefettura con tutto l’incartamento allegato la copia della deliberazione comunale, la nota biografica della persona, nonché la rilevazione cartografica del posto interessato. La stessa delibera è stata inviata anche agli enti interessati a fornire parere. Il 30 ottobre 2013 la soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici forniva parere favorevole mentre la deputazione di Storia Patria per la Calabria il 21 ottobre 2013 esprimeva il proprio parere contrario perché riteneva che interesse primario di ogni comunità debba essere la tutela della propria memoria storica costruita nel tempo anche attraverso la toponomastica, la quale è certamente espressione delle tradizioni e della cultura della popolazione di un luogo. Con nota del 18 novembre 2013 il prefetto del tempo dottor Bruno non autorizzava la ridenominazione di piazza Restagno in piazza don Michele Luccisano. Pertanto non essendo modificate le condizioni dell’anno 2013 non è possibile riproporre l’intitolazione della piazza. L’amministrazione che rappresento non appena insediata ha avviato, previa consultazione del parroco della parrocchia San Gregorio Magno, diverse interlocuzioni con i familiari di don Michele Luccisano per poter collocare i resti mortali all’interno della Chiesa comunale del cimitero senza però l’assenso di tutti. Sarà cura della nostra amministrazione in occasione delle prossime intitolazioni ricordare degnamente questo nobile parroco che ha operato nella nostra comunità lasciando una indelebile traccia della sua missione”.

La replica di Lo Muto

Non è tardata ad arrivare la replica di Gregorio Lo Muto che ha dichiarato: “In qualità di mero cittadino, rispetto ogni decisione dell’ente territoriale dove sono residente. Tuttavia, occasione mi è gradita per esprimere una visione pacifica ma diversa e libera nel pieno rispetto dei principi democratici alla base della nostra Costituzione. Nella nota, non vengono sottolineati quelli che furono i motivi del diniego del prefetto pro tempore nel 2013. Potrebbe essere importante conoscerli da parte dei cittadini per capire le motivazioni sottese al diniego stesso. Inoltre, in 11 anni sono cambiati tanti prefetti. Riformulare la richiesta avrebbe comportato (forse) un eventuale esito diverso dal precedente. Nella nota, si sottolinea anche come le condizioni non siano cambiate dal 2013. Ritengo che possa essere molto difficile modificare le condizioni di una piazza anche dopo 20 o 30 anni. È importante capire quali sono queste condizioni che dovevano cambiare rispetto il 2013. I cittadini meritano chiarezza e questi sono passaggi fondamentali che andavano affrontati – a mio avviso – nella nota sui social. Ci tengo – prosegue Lo Muto – anche a precisare che nella mia richiesta originaria per l’intitolazione della piazza, in subordine, si chiedeva l’intitolazione di una via come eventualità alla mancata intitolazione della piazza. A tal proposito, nulla viene precisato nella nota sul profilo facebook dell’ente in merito alla richiesta in subordine che non viene menzionata. Dal punto di vista normativo, il potere determinativo della toponomastica spetta in modo esclusivo all’ente. Il Comune è tenuto ad acquisire il nulla osta del prefetto ed il parere degli organi consultivi storici ma resta il comune il titolare e responsabile della funzione amministrativa della toponomastica». E ancora: «Il parere contrario della Deputazione di storia patria datato 21 ottobre 2023 non è altresì vincolante ma solo obbligatorio. L’ eventuale diniego dell’autorità prefettizia del tempo, non può solo basarsi su un contrario parere dell’organismo storico. Deve basarsi su motivi di ordine pubblico e sicurezza o problematiche anagrafiche (es. strade con identica denominazione) rispetto alle funzioni delle autonomie territoriali. È con tali premesse che la motivazione della delibera 2013 risulterà fondamentale per capire quale possa esser stato il motivo del diniego prefettizio al tempo. Di questa vicenda ognuno si farà liberamente la sua idea.La mia idea libera e scevra da condizionamenti – nel pieno rispetto dei valori democratici e della partecipazione alla vita pubblica – resta quella che l’ente avrebbe potuto riavviare un nuovo iter politico-amministrativo per arrivare ad una nuova delibera senza un richiamo ad una vicenda di 11 anni fa. Inutile nascondere il rammarico per ciò che poteva essere e che non è stato ma la mia speranza – e credo anche quella di tanti cittadini , conclude, è quella di vedere onorata la memoria di Don Michele Luccisano attraverso altri interventi se e quando l’ente riterrà – nella sua piena autonomia – opportuno porli in essere».

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