venerdì,Ottobre 4 2024

Sistema bibliotecario vibonese, l’accusa di Sinistra Italiana: «Regione Calabria insensibile davanti alla chiusura»

La segreteria regionale del partito esprime la propria solidarietà ai lavoratori dell’ente culturale e avanza una proposta (già depositata al sindaco Romeo) per «mantenere in vita e rilanciare un patrimonio che non può essere disperso»

Sistema bibliotecario vibonese, l’accusa di Sinistra Italiana: «Regione Calabria insensibile davanti alla chiusura»

La segreteria regionale di Sinistra Italiana ha espresso in una nota stampa la propria vicinanza ai lavoratori del Sistema Bibliotecario Vibonese, i quali hanno recentemente manifestato davanti ai cancelli dell’ente per attirare l’attenzione delle istituzioni e della politica nel tentativo di evitare la chiusura dell’importante spazio culturale

«Nonostante le difficili condizioni lavorative, i dipendenti del Sistema Bibliotecario – privi di stipendio e costretti a operare senza accesso a internet o servizio telefonico – hanno continuato con impegno e dedizione a garantire il servizio alla comunità, collaborando con i giovani del servizio civile». Sinistra Italiana sottolinea come tale gesto non possa essere ignorato e chiede un intervento urgente da parte di tutte le forze politiche, delle istituzioni e degli enti preposti per salvaguardare un prezioso patrimonio culturale, quello della biblioteca più grande della Calabria.

Il partito, inoltre, critica aspramente il silenzio della Giunta Regionale, ritenendo inaccettabile l’indifferenza dimostrata davanti a una questione di tale importanza. Sinistra Italiana ricorda inoltre che è stata proprio la Regione Calabria, in base alla Legge regionale n. 174/90, a istituire il Sistema Bibliotecario Vibonese, demandandone la gestione a un Comitato composto dai sindaci locali. «Non è accettabile – si legge nel comunicato – che la Regione Calabria, che ha dato il via al Sistema Bibliotecario Vibonese, dichiara che l’obbiettivo della Regione è quello di rilanciare la cultura in Calabria! Siamo al ridicolo! Come si rilancia la cultura se si rimane insensibili, immobili e in assoluto silenzio davanti alla chiusura e all’abbandono di un tale patrimonio culturale?». 

Non mancano critiche all’ex vicepresidente della Regione con delega alla Cultura Giusi Princi, la quale aveva dichiarato che «data la situazione debitoria non è possibile fare nulla». Affermazioni che Sinistra Italiana giudica inadeguate, interrogandosi sul silenzio della destra locale. «Possibile – si legge – che davanti a queste lapidarie affermazioni nessuno dei rappresentanti territoriali del centro destra ha sentito il bisogno di dire nulla! Né una presa di posizione, né una pur minima proposta operativa sul problema». 

Senza entrare nel merito delle indagini giudiziarie in corso, Sinistra Italiana sostiene che la politica debba essere «uno strumento per migliorare la qualità della vita e finalizzato al bene comune mettendo in campo, con un’assunzione di responsabilità, una proposta operativa e non una fredda e simbolica presa d’atto delle difficoltà esistenti». La chiusura del Sistema Bibliotecario Vibonese, secondo il partito, può essere evitata solo attraverso un impegno coordinato delle forze politiche e istituzionali.

In questa ottica, Sinistra Italiana propone di superare l’attuale modello gestionale del Comitato dei sindaci, trasformandolo in una Fondazione culturale che coinvolga non solo i Comuni, ma anche la Regione, la Provincia, le associazioni culturali locali e persino la Chiesa, con i suoi preziosi archivi.

La proposta è stata consegnata al sindaco di Vibo Valentia, che viene invitato dalla segreteria generale del partito ad avviare immediatamente un percorso per coinvolgere tutti i soggetti interessati nella costituzione della Fondazione. Parallelamente, il partito suggerisce la predisposizione di un piano per il rientro del debito, in collaborazione con la Regione Calabria, principale creditore. Secondo Sinistra Italiana, questa è la strada per «mantenere in vita e rilanciare concretamente il Sistema Bibliotecario Vibonese, con il suo prezioso patrimonio artistico e culturale che non può essere disperso».

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