Pannaconi, nonno Lorenzo si spegne a 94 anni: il commovente ricordo di uno dei suoi 21 nipoti: «Esempio di libertà, vi racconto chi era»
Originario del Reggino, lasciò il suo paese d’origine per allontanarsi da un contesto familiare difficile: «Raggiunse a piedi, senza scarpe, la frazione di Cessaniti. È stato un modello di onestà»

«Un uomo autentico, dalla forza straordinaria. È stato per tutti noi un esempio di coraggio, libertà e dignità». Lorenzo De Lorenzo, 94 anni, è stato un papà ma anche un nonno speciale. A ricordarlo con affetto, a pochi giorni dalla sua dipartita, la nipote Laura. Nonno Lorenzo a Pannaconi, frazione di Cessaniti, era una vera e propria istituzione. Benvoluto da tutti, ha lasciato ricordi indelebili: «Era un uomo dalla grinta fisica e mentale incredibili: energico, lucido, agile, sembrava non invecchiare mai. Diceva da sempre che sarebbe morto a 94 anni, come suo padre, ma in realtà temeva la morte. Forse anche per questo – spiega la nipote – la sua scomparsa, nonostante l’età, è stata un colpo durissimo per tutti noi».
Dal Reggino a Pannaconi, «a piedi e senza scarpe»
Nonno Lorenzo non era originario della provincia di Vibo Valentia ma nella frazione di Cessaniti aveva costruito la sua famiglia: «Era nato a Villa San Giuseppe ma all’età di circa 15 anni si era trasferito a Pannaconi, per allontanarsi da un contesto difficile. La sorella con cui viveva aveva sposato un uomo legato alla mafia, poi ucciso nella seconda guerra di mafia. Per sottrarsi a quel destino, intraprese il viaggio a piedi, senza scarpe, verso Pannaconi, dove viveva uno zio materno. Qui ha conosciuto e sposato la nonna, dalla quale ebbe otto figli».
Una scelta sofferta ma che, nonostante i sacrifici, ha poi portato a vivere una vita piena: «Nonostante la scelta di lasciare Reggio Calabria, ha sempre conservato un affetto profondo per i discendenti della sorella e del fratello. I legami – spiega Laura – non si sono mai spezzati. Ogni qualvolta venivano a trovarlo si cimentava a parlare il suo dialetto di origine con grande orgoglio e fierezza».
La passione per la caccia e l’Inter
Nonno Lorenzo aveva lavorato per molti anni come camionista: «Conosceva l’Italia come le sue tasche, davvero ogni angolo. Amava la caccia, passione che coltivava con persone molto più giovani di lui, perché pochi erano in grado di stargli al passo». Poi la passione per il calcio: «Era tifoso dell’Inter, non ha potuto vedere la finale. Poche ore prima di andarsene, disse al medico di sbrigarsi con le visite perché doveva firmare e tornare a casa — e noi, medici compresi, ci abbiamo creduto davvero».
Nonno Lorenzo ad oggi conta 21 nipoti, 19 pronipoti e 2 figli di una pronipote: «A chi lo ha conosciuto ha lasciato un’eredità di esempio, onestà e affetto. A chi gli ha voluto bene, il privilegio di aver condiviso un pezzo di strada con lui. E a tutti noi, un sorriso malinconico e la promessa di non dimenticarlo mai».