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Libri invece di slot machine: l’esempio dello ”Scrivo lounge bar” a Serra San Bruno contro la dipendenza dal gioco d’azzardo

Un incontro su queste tematiche ha dato spazio alle testimonianze dirette di chi ha vissuto percorsi di recupero evidenziando il valore di scelte coraggiose che mettono al centro la dignità della persona

Libri invece di slot machine: l’esempio dello ”Scrivo lounge bar” a Serra San Bruno contro la dipendenza dal gioco d’azzardo

In un’Italia dove il gioco d’azzardo continua a muovere cifre da capogiro — si stima che la raccolta per il biennio 2024-2025 possa arrivare a 180 miliardi di euro — si moltiplicano le iniziative per contrastare un fenomeno sempre più pervasivo. Il riferimento è esplicito a diversi articoli della Costituzione, dal 41 sul limite all’iniziativa economica privata, al 47 sul risparmio, fino al 32 sulla tutela della salute.

È in questo contesto che ieri, sabato 28 giugno, a Serra San Bruno si è svolto un incontro promosso da cittadini e associazioni per rilanciare un messaggio chiaro: si può dire no al gioco d’azzardo, anche a costo di rinunciare a guadagni facili. Il centro dell’iniziativa è stato lo ”Scrivo Lounge Bar” di Domenico Scrivo, un esercizio commerciale che ha scelto di non installare slot machine e di puntare invece su un’offerta culturale. All’interno del locale, infatti, i clienti possono leggere o portare via libri, in un ambiente che promuove la socialità anziché il consumo compulsivo.

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Per questa scelta, lo ”Scrivo Lounge Bar” è stato insignito del riconoscimento Slot Mob, diventando parte di una rete di luoghi che rifiutano il compromesso con il gioco d’azzardo. Durante la cerimonia, Scrivo ha ricevuto anche una targa di riconoscimento, consegnata da Soluzioni Decorative, per il coraggio dimostrato.

All’iniziativa ha partecipato anche il sindaco di Serra San Bruno, insieme a rappresentanti di realtà attive nel contrasto al gioco patologico e nella promozione di modelli alternativi di economia e socialità: tra queste, GAP di Catanzaro, Civitas, Terre Bruniane, Centro Calabrese di Solidarietà, Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme, il Movimento dei Focolari ed Economia di Comunione, oltre ad alcune associazioni locali impegnate nella valorizzazione del territorio.

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Non sono mancate le testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze del gioco compulsivo e che oggi prova a ricostruire una vita normale. Un filo comune che lega esperienze personali e scelte imprenditoriali in un tentativo collettivo di rompere l’isolamento e la normalizzazione dell’azzardo.

L’iniziativa non vuole rimanere isolata. Infatti, come si legge in una nota «sono stati attivati contatti con le scuole del territorio per promuovere tra i giovani una maggiore consapevolezza sui rischi del gioco e per costruire percorsi educativi capaci di offrire alternative reali».

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