venerdì,Aprile 26 2024

Il priore della Certosa: «Le restrizioni sono per il bene di tutti»

Frate Iannizzotto si rivolge ai fedeli: «La straordinaria circostanza in cui ci troviamo ci chiama a vivere ancora di più questa speciale comunione»

Il priore della Certosa: «Le restrizioni sono per il bene di tutti»

La responsabilità di tutti quale unica via per superare questo momento di emergenza, attenendosi alle indicazioni che le autorità hanno stabilito. Questo l’invito fraterno indirizzato ai fedeli dal priore della Certosa di Serra San Bruno, frate Ignazio Iannizzotto, riguardo alla sospensione sino al prossimo 3 aprile della celebrazione delle Sante messe per il pubblico, decisa dai vescovi calabresi in accordo con la Cei per prevenire il dilagare dell’epidemia di coronavirus sul territorio regionale.

La direttiva – facendo riferimento all’apposito decreto del presidente del consiglio dei ministri – pone temporaneamente fine anche alla sacra funzione che i religiosi celebravano quotidianamente nella cappella esterna della Certosa. Da qui le molte telefonate giunte in convento, «di persone che volevano esprimere il loro dolore e la loro costernazione per la privazione della messa e dell’Eucaristia. Vi siamo vicini con tutto il cuore e offriremo ogni giorno la vostra sofferenza sull’altare. Noi certosini – sottolinea nel suo messaggio il priore – da sempre celebriamo l’Eucaristia in clausura separati da tutti, ma la nostra Eucaristia è stata sempre celebrata per tutti e in comunione con tutti. Adesso la straordinaria circostanza in cui ci troviamo ci chiama a vivere ancora di più questa speciale comunione: noi continueremo ogni giorno, come sempre, la solenne celebrazione comunitaria del Santo Sacrificio e lo faremo insieme a tutti voi, offrendo la nostra comunione soprattutto per coloro che in questo momento sono privati della partecipazione all’Eucaristia».

Nella lettera – visto il momento di grande sofferenza – frate Iannizzotto invita poi il popolo cristiano a non lasciarsi andare e a non divenire apatico nei confronti della vita spirituale, «ma piuttosto a intensificare l’unione col Signore con la preghiera, offrendo a Dio la nostra impotenza, la nostra sorpresa, il nostro timore». Per quanto riguarda i monaci certosini, invece, rassicura che, dal canto loro, «andando alla messa conventuale delle 8 pregheranno in modo speciale per tutti coloro che non possono parteciparvi. Vi invitiamo quindi ad unirvi alla nostra preghiera e alla consacrazione che farà il sacerdote sull’altare. Così come vi chiediamo – conclude il priore della Certosa – di unirvi a noi anche per i vespri, che vengono celebrati ogni giorno alle 17, alla fine dei quali faremo una preghiera speciale per l’epidemia».

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