Tropea, la “Perla del Tirreno”, per le sue bellezze mozzafiato, la cultura che affonda le sue origini nella storia millenaria non finisce mai di stupire quanti la visitano. Questa volta, però, a rimanere esterrefatto è stato un tropeano doc, il regista Enzo Carone, che per le strade della cittadina costiera ha colto un accadimento al quanto singolare che lo ha profondamente preoccupato e indignato tanto da raccontare la vicenda sui social. L’episodio è emblematico: «Mentre ammiravo il panorama della mia Tropea – scrive Carone -, ecco arrivare un gruppo di turisti accompagnati da una “guida” che, con tanto di megafono in mano, raccontava la storia di Tropea. La mia totale attenzione è stata letteralmente attratta dalle parole della “speaker” quando affermava che “in tempi medievali Tropea era un principato e la chiesa di Santa Maria dell’Isola era un castello residenziale del Borgomastro, un autocrate, capo del Consiglio cittadino con potere assoluto”».

«Da tropeano verace, nel sentire queste “eresie”, ci sono rimasto male poiché Tropea, oltre a panorami incantevoli mozzafiato, vanta una storia millenaria fatta di cultura, tradizioni, miti e leggende ricca di palazzi nobiliari, luoghi culturali e tanto altro. Per questo motivo visitare Tropea significa fare un balzo indietro nella storia e la storia – ha sottolineato Carone – va raccontata così com’è stata scritta e non inventata. Tropea è sempre stata una città nobiliare, non è mai stata un principato».

Un messaggio di allarme il suo, volto a tutelare l’autenticità storica e culturale di Tropea anziché fantomatiche ricostruzioni che portano a distorcere anche le più basilari regole di marketing turistico. Per Carone, è dunque evidente come la storia, i miti e le leggende che intessono il tessuto di Tropea meritano di essere narrati con rispetto e precisione, affinché ogni visitatore possa apprezzare appieno la vera essenza di questo luogo incantato. A corredo del suo sfogo, Enzo Carone ha comunque condiviso una splendida foto scattata dal balcone del palazzo della “Casa della Carità”, fondata da uno dei personaggi più illustri di Tropea: il Beato don Francesco Mottola. Un invito a caratteri cubitali, nonostante l’amarezza, a continuare a godere delle bellezze che Tropea offre, con la speranza che la sua storia venga sempre raccontata con la dignità e la veridicità che merita.

Quanto accaduto, qualche giorni fa, «ha poi avuto un sequel», ci ha ancora fatto sapere Carone: «Le guide turistiche, o presunte tali, che si continuano a vedere in giro in questi giorni veicolano notizie del tutto infondate o distorte anche sull’architettura del centro storico della città e passarci accanto e sentire queste assurdità fa davvero rabbrividire poiché, mi rendo conto, che sono in molti a “raccattare” cose su internet senza verificarne la fondatezza prima di usarle». Magari sarà anche questione di “intelligenza artificiale”, «ma anche quella è uno strumento – puntualizza Carone – che va saputo usare» poiché pieno di limiti e imprecisioni. «Una volta si leggevano i libri, guide turistiche cartacee e la storia la si apprendeva da lì. Questi strumenti esistono ancora e sono di primaria importanza per chi non conosce Tropea e vorrebbe anche soltanto avere un’infarinatura della sua storia, delle sue origini, dei suoi costumi e della sua architettura. Mi auguro che questa “ondata” di storielle fasulle passi presto, sebbene sia deleteria, per non arrecare ulteriore danno d’immagine alla città e che quanti scelgono di venire in questo posto magnifico possano godere tanto di bellezza quanto di verità e di storia».