Un fenomeno in crescita e sempre più insidioso, che colpisce in particolare gli anziani, esponendoli a raggiri tanto sofisticati quanto pericolosi. È da qui che parte la campagna di sensibilizzazione promossa dalla Polizia di Stato a livello nazionale, al centro di un incontro in Questura a Vibo Valentia. A incontrare la stampa è stato il commissario capo Francesco Gorpia, dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, che ha messo in guardia contro le truffe che si stanno diffondendo con modalità nuove: «Si tratta di un fenomeno in recrudescenza – ha detto – e i raggiri sono sempre più sofisticati rispetto al passato. Coinvolgono persone che possiamo considerare fasce deboli della popolazione».

La priorità, ha spiegato il commissario, non è solo la repressione ma soprattutto la prevenzione, da costruire attraverso una rete di collaborazione: «Non basta chiamare il 112 Nue – ha sottolineato – ma serve il coinvolgimento anche di vicini di casa e persone di fiducia. La rete deve essere strutturata». Un punto critico è la capacità dei truffatori di guadagnarsi la fiducia delle vittime. Le situazioni-tipo si somigliano: «Spesso si presentano come tecnici che devono controllare i contatori del gas o della luce – ha detto – oppure si fingono appartenenti alle forze dell’ordine. Ma la Polizia o i Carabinieri non entreranno mai in casa a chiedere soldi o a visionare gioielli».

Cosa fare, allora? «È fondamentale contattare subito il 112 Nue e chiedere se davvero sul posto c’è una pattuglia – ha sottolineato Gorpia -. È utile anche controllare se fuori dall’abitazione c’è una vettura con i colori d’istituto». In caso di presunti tecnici, vale la stessa regola: «Sarà la Polizia, una volta contattata, a verificare se si tratta di personale effettivo o di truffatori».

Il commissario ha poi insistito sull’importanza di fare squadra con chi vive accanto agli anziani: «Coinvolgere un vicino di fiducia, un figlio, un parente: è sempre una buona idea. Consente a noi di intervenire tempestivamente o di monitorare la situazione». Ma quanto tempo ha davvero un anziano per reagire in una situazione simile? «Il punto è anche questo – spiega -. Gli anziani sono un target mirato perché i truffatori cercano di confonderli e costringerli a decidere in pochi secondi». Da qui, l’appello ai più giovani: «Sono loro a potersi rendere conto con più lucidità delle strategie messe in atto e possono attivarsi subito per aiutare. Anche per consentire l’arresto in flagranza dell’autore del reato».

E a Vibo, com’è la situazione? «Non diversa dal quadro nazionale – ha assicurato il dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico –. Abbiamo avuto tentativi gestiti correttamente grazie alla prontezza delle vittime. Negli ultimi sei mesi abbiamo registrato tre casi». Gorpia ha infine voluto ribadire un concetto cruciale: «Nessun appartenente alle forze dell’ordine si presenterà mai a casa chiedendo soldi o raccontando di incidenti avvenuti a nipoti o figli. Se ricevete telefonate del genere, senza riferimenti o indicazioni chiare, non fidatevi. E se vi chiedono di uscire dall’abitazione, contattate subito il 112 o una persona di fiducia. È fondamentale confrontarsi per prendere la decisione giusta».