Pizzo, la pineta sotto attacco: sfregiata dai ladri di legname. Paolillo (Wwf): «Fototrappole subito» -Video
Il responsabile settore conservazione Wwf Vibo Valentia/Vallata dello Stilaro auspica provvedimenti immediati per evitare nuovi scempi
«Non è la prima volta che la Pineta subisce attacchi. Subito dopo la legge Galasso del 1985, il Wwf di Pizzo impedì la costruzione di alcuni villaggi turistici. Negli anni successivi ci sono stati incendi e un prelievo continuo di alberi, non massiccio come quello di qualche giorno fa. Ma di tanto in tanto, qualche albero sparisce perché qualcuno vuole fare legna e trova nella pineta di Colamaio una specie di serbatoio dove attingere impunemente». [Continua in basso]
Osserva incredulo gli alberi mozzati Pino Paolillo, responsabile settore conservazione Wwf Vibo Valentia/Vallata dello Stilaro. Giunge sul posto all’indomani del taglio abusivo di 164 piante di eucalipto e pino prelevati dalla pineta. Un’azione che questa volta non è rimasta impunita. Alcuni passanti hanno infatti allertato i carabinieri della forestale che hanno denunciato i presunti responsabili, incuranti del fatto che l’area è sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale.
Un vasto polmone verde
Attorno ai tronchi recisi il nastro dei carabinieri. I militari non hanno potuto fare altro che constatare l’illecito: «In Calabria manca il rispetto per la natura e per il bene comune», afferma Paolillo che ripercorre la storia della Pineta Colamaio: «Risale ai primi anni 50, gli alberi vennero impiantati per proteggere dal vento e dalla salsedine le coltivazioni della zona. Oggi questa pineta rappresenta un vasto polmone verde che da Pizzo si estende fino a Lamezia Terme. Un luogo da tutelare che invece viene spesso deturpato».
E poi ci sono gli incivili…
Perché accanto ai reati ambientali veri e propri ci sono anche episodi di inciviltà che calpestano la bellezza di questo luogo. Paolillo ci mostra i cumuli di rifiuti abbandonati ai piedi degli alberi: bottiglie di vetro, piatti e bicchieri di plastica, i resti delle scampagnate. Eppure i cassonetti dove depositare i rifiuti ci sono: «Chissà cosa avranno in quella testa…», commenta amareggiato il naturalista.
Le “Dune dell’Angitola”
Accanto alla pineta di Pizzo si sviluppa anche un habitat unico, quello delle “Dune dell’Angitola”, dichiarate “Zona Speciale di Conservazione” che ospitano rare specie di flora autoctona. «Sulle dune dell’Angitola crescono piante rarissime come il Ginepro coccolone e il Giglio di mare che fiorisce in estate. Le dune sono state inserite nell’elenco dei Siti di importanza comunitaria (Sic) e successivamente, per il loro inestimabile valore botanico e paesaggistico, dichiarate Zone speciali di conservazione».
Paolillo ricorda come la Regione Calabria, nel 2019, su impulso del Wwf, finanziò un progetto per la bonifica delle dune. Vennero prelevate tonnellate di rifiuti: decine di copertoni di auto, elettrodomestici e plastica. «Se non si pone una barriera tra le dune e il mare, i rifiuti continueranno a depositarsi e deturpare le dune».
«Fototrappole subito»
Considera dunque prioritario adottare soluzioni affinché questi luoghi non vengano più vandalizzati: «Bisogna installare fototrappole in modo da individuare i responsabili di questi misfatti. È impensabile – conclude il naturalista – ritenere che si possano sorvegliare chilometri e chilometri di costa senza l’aiuto della tecnologia, ecco perché le telecamere possono essere un efficace deterrente contro i reati ambientali».