giovedì,Febbraio 13 2025

L’allarme del Wwf: «La Regione apre in anticipo la caccia condannando a morte i pulcini nei nidi»

«Tutto questo - sottolineano gli ambientalisti - mentre permane lo stato di gravissima carenza di vigilanza venatoria in tutta la Calabria»

L’allarme del Wwf: «La Regione apre in anticipo la caccia condannando a morte  i pulcini nei nidi»
Il pullo rinvenuto a Vibo Valentia

Sull’apertura anticipata della caccia WWF Calabria lancia l’allarme: «Come ormai di consueto, anche quest’anno la caccia in Calabria si è aperta in anticipo, addirittura ben 18 giorni prima della data prevista normalmente dalla legge, vale a dire la terza domenica di settembre.  Pure in mancanza dei requisiti previsti dalla norma statale – scrive l’organizzazione ambientalista -, dal primo settembre si potrà sparare a Gazze e Colombacci, in attesa dell’apertura generale alla maggior parte delle altre specie, fissata per il 18 settembre. Dopodiché – prosegue la nota – si andrà avanti  fino al 10 febbraio, tutti i santi giorni, tranne martedì e venerdì, dall’alba al tramonto».

Il Wwf Calabria sottolinea come «l’art. 18 comma 1-bis della legge 157/92 contrasta con il divieto sancito, secondo cui l’esercizio venatorio deve essere vietato durante il periodo della nidificazione e le fasi della riproduzione e dalla dipendenza degli uccelli, cioè quello che si sta verificando a proposito del Colombaccio, i cui pulcini sono ancora presenti nei nidi, per come testimonia la foto di un pullo trovato a fine agosto in provincia di Vibo. Con la conseguenza che l’uccisione di un adulto – sottolineano – può significare la condanna a morte per fame dei pulcini ancora dipendenti dai genitori. Tutto questo mentre permane lo stato di gravissima carenza di vigilanza venatoria in tutta la regione, con intere province sfornite ormai da anni di Guardie Provinciali e le uniche pattuglie dei Carabinieri Forestali purtroppo insufficienti a coprire territori vastissimi e per periodi così lunghi. In tale drammatico contesto – si domanda il Wwf Calabria – come si può ragionevolmente pensare di poter garantire il rispetto delle norme per quanto riguarda le specie protette, i tempi e i luoghi di divieto?».

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