domenica,Aprile 28 2024

La Regione Calabria anticipa la caccia, il Wwf denuncia i rischi per la fauna selvatica

La stagione venatoria partirà domani 2 settembre (in anticipo) e finrà il 10 febbraio. L'associazione animalista: «Il calendario è in aperto contrasto con le indicazioni espresse dall’Ispra»

La Regione Calabria anticipa la caccia, il Wwf denuncia i rischi per la fauna selvatica

Dall’alba di domani, 2 settembre, e fino al 10 febbraio dell’anno prossimo, partirà in anticipo la stagione venatoria della Regione Calabria, che autorizza le uccisioni di diverse specie, cacciabili in anticipo rispetto al 17 settembre, per come invece prevede la legge in materia (n. 157 del 1992). A comunicarlo attraverso una nota il Wwf Calabria. «Il calendario è in aperto contrasto con le indicazioni espresse dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), il massimo organo scientifico e tecnico di ricerca e consultazione per le Regioni In materia di caccia, per come previsto dall’art.7 della stessa legge. Basta infatti confrontare le previsioni del calendario venatorio regionale con le osservazioni contenute nel parere dello stesso Istituto del 28 luglio scorso, per constatare che, in pratica, quasi tutte le proposte per una maggiore tutela della fauna e le critiche avanzate sono state completamente disattese». «A cominciare dall’anticipo dell’apertura e dal posticipo della chiusura (prevista al 10 febbraio 2024): oltre cinque mesi di caccia, dall’alba al tramonto, in una regione in cui la vigilanza venatoria è pressoché inesistente (intere province non hanno più guardie) e quindi con un “controllo del bracconaggio ancora inadeguato” – prosegue l’associazione animalista -. A ciò si aggiunga l’altro “cadeau” regionale che permette a tutti i cacciatori la mobilità su tutto il territorio regionale, per 15 giornate di caccia alla fauna migratoria, senza alcuna autorizzazione da parte della provincia competente; una concessione che stride pienamente con quell’esigenza di legare il cacciatore ad un determinato territorio, che rappresentava uno dei principi innovatori della legge quadro in materia di esercizio venatorio e tutela della fauna». «E così per tutte le specie cacciabili per le quali la regione, rispetto al parere Ispra, ha deciso di aprire prima la caccia e di chiuderla dopo. Basti pensare alla Beccaccia, cacciabile fino al 31 gennaio (un mese in più rispetto al parere Ispra) o ai Tordi (20 giorni in più) o agli uccelli acquatici (ben 25 giorni in più, tra preapertura e posticipo della chiusura) – continua il Wwf -. Ma per comprendere meglio il danno che si arreca alla nostra fauna, bisogna ricordare che alcune delle specie, come il Colombaccio, che potranno essere abbattute a partire dal 2 settembre, a quella data, hanno ancora piccoli nel nido, per come provato da recuperi di nidiacei in questi giorni, per cui l’uccisione dei genitori, comporterà la morte dei piccoli per fame. E tutto ciò nonostante la legge, all’art. 18 c.1-bis preveda il divieto di caccia durante le fasi della riproduzione “e della dipendenza degli uccelli”».

«Il Wwf ricorda a proposito alcuni dei divieti previsti dalla legge e invita tutti i cittadini a segnalare alle Forze dell’ordine qualsiasi violazione, come ad esempio l’uccisione di specie protette o particolarmente protette ( ad esempio tutti i rapaci diurni e notturni), la caccia nei giorni di martedì e venerdì (giornate di silenzio venatorio), l’esercizio venatorio nel raggio di 100 metri dalle abitazioni, luoghi di lavoro o a meno di 50 metri dalle strade carrozzabili, la caccia nei parchi nazionali, regionali o nelle oasi di protezione della fauna, l’uso di richiami acustici a funzionamento meccanico o elettromagnetico per attirare gli uccelli – conclude il Wwf Calabria -. Se è vero che la fauna selvatica è patrimonio della comunità nazionale e internazionale (art. 1 della legge quadro), è dovere di ogni cittadino impegnarsi per difenderla da tutti i pericoli che la minacciano».

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