martedì,Novembre 5 2024

Ponte sullo Stretto: anche a Nicotera e Limbadi terreni da espropriare in vista della costruzione

Altre aree saranno soggette a servitù. La pubblicazione dei beni interessati agli espropri è già disponibile

Ponte sullo Stretto: anche a Nicotera e Limbadi terreni da espropriare in vista della costruzione
nel riquadro il ministro Matteo Salvini

Rientrano anche alcuni terreni ricompresi nei territori comunali di Nicotera e Limbadi fra le aree che dovranno essere espropriate – o interessate da servitù di passaggio – in vista della realizzazione del Ponte sullo Stretto. Sull’intero versante calabrese gli espropri sulla carta si attestano a quota 1.104 tra privati, società ed enti. In provincia di Reggio Calabria sono interessati i territori di Villa San Giovanni, Campo Calabro, Varapodio, Seminara, Terranova Sappo Minulio, Gioia Tauro. Nel Vibonese Nicotera e Limbadi. Complessivamente si tratta di 1.653.810 metri quadrati di superfici tra aree edificate, edificabili e terreni. Non tutte le particelle contenute nel “progetto espropri” prevedono, che i proprietari perdano il possesso del bene. Ci sono infatti aree funzionali al cantiere o all’opera in sé, ma per le quali non è necessario acquisire la proprietà per la realizzazione del Ponte sullo Stretto ma è sufficiente una servitù. Proprio per questo sono diversificati gli indennizzi previsti per i proprietari in quanto in diversi casi l’area potrà essere occupata solo temporaneamente in quanto funzionale al cantiere. La pubblicazione dei beni interessati agli espropri è già disponibile e gli interessati avranno sessanta giorni di tempo per prenderne visione presentare le loro eventuali osservazioni. Più in particolare, si calcola che delle superfici interessate il 71,46% è oggetto di esproprio, il 25,99% di occupazione temporanea, lo 0,12% di asservimento mentre il 2,43% ospita fabbricati da demolire. Da ricordare che da sempre le associazioni ambientaliste sottolineano con diversi dati che la costruzione del Ponte è un’opera fallimentare che oltre a portare elevatissimi e insostenibili costi ambientali, sociali ed economico-finanziari, andrà anche a creare dell’enorme traffico nella città di Messina durante la realizzazione dei lavori e una paradossale situazione una volta completata l’opera. A chi proviene dalla Sicilia, infatti dal punto di vista del tempo converrà sempre di più usare i traghetti, visto che, a seconda del traffico, per uscire dalla città e raggiungere l’imbocco autostradale – che nelle previsioni consentirà di raggiungere il ponte – sarà necessario spendere più di un’ora e dieci minuti di strada, mentre la durata del viaggio su traghetto è di circa 20 minuti sulla rotta Rada San Francesco – Villa San Giovanni e 45 minuti per e dal porto di Tremestieri.

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