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Salvati quattro pulcini di civetta ma il Wwf avverte: «Nel Vibonese serve un centro di recupero per gli animali selvatici»

Il naturalista Pino Paolillo racconta l’ultimo intervento e mette l’accento sulla mancanza di strutture dedicate a quella che in primavera ed estate diventa una vera emergenza: «Il silenzioso impegno dei volontari non basta più»

Salvati quattro pulcini di civetta ma il Wwf avverte: «Nel Vibonese serve un centro di recupero per gli animali selvatici»

Recuperati e salvati nel Vibonese quattro pulcini di civetta. Ne dà notizia il Wwf Vibo Valentia/Vallata dello Stilaro, che nel raccontare le modalità del salvataggio, coglie l’occasione per mettere l’accento sull’impegno costante dell’associazione ambientalista, che soprattutto d’estate è costretta ad affrontare momenti di vera emergenza per non tradire le sue finalità di salvaguardia dell’ambiente e, in particolare, della fauna.

La fine della primavera e l’inizio dell’estate – si legge in una nota – rappresenta un periodo di super lavoro per il Wwf, impegnato da oltre quarant’anni nel recupero di migliaia di animali selvatici altrimenti condannati a morte sicura. «Si tratta di animali appartenenti alle specie più disparate – precisa il naturalista del Wwf Pino Paolillo – dai rapaci notturni come civette, allocchi e barbagianni, a quelli diurni come poiane e gheppi (ma non sono mancate specie più rare come il Biancone), per non parlare dei numerosissimi pulcini di rondoni, rondini e balestrucci che proprio in questo periodo, cadono dai nidi ancora incapaci di volare, senza trascurare altri tipi di “volatili” come i pipistrelli».

Si tratta di un’attività che, sottolinea Paolillo, «comporta enormi sacrifici in termini di tempo per i recuperi, l’alimentazione, le prime cure e le pulizie (le norme igieniche devono essere scrupolose), che spesso inizia all’alba e si conclude a tarda sera (ci sono giornate in cui bisogna accudire anche oltre 10 “trovatelli” da sfamare ogni due, tre ore). Il tutto a spese proprie e senza il benché minimo contributo da parte di chicchessia».

A questa attività si aggiungono le «incessanti richieste di consigli che giungono da mezza regione per interventi di primo soccorso». «Destinazione finale dei soggetti recuperati sono i Cras regionali, in particolare quello di Catanzaro diretto dalla Dottoressa Debora Giordano, tranne i casi delle liberazioni dirette. Anche in questo caso risulta fondamentale la disponibilità di volontari del Wwf e del Responsabile del Nucleo Guardie Agro Forestali Salvatore Iozzo, di Catanzaro, nell’organizzazione di staffette per il trasporto degli animali recuperati».
Solo nel 2024, ricorda ancora Paolillo, «sono stati recuperati ben 100 individui e alla data odierna, abbiamo superato abbondantemente la cinquantina».

Poi, il naturalista mette l’accento sugli ultimi recuperi «che hanno visto la collaborazione dei Militari del Battaglione Carabinieri Vibo che hanno recapitato al naturalista del Wwf tre pulcini di Civetta, di cui due tratti in salvo dal sig. Pasqualino Fabiano di Rombiolo e consegnati agli stessi militi per una fortunosa staffetta salva pulcini; a questi si è aggiunto un quarto pullo proveniente da Ricadi e consegnato dal rappresentante di Legambiente Franco Saragò».

Paolillo, nel ringraziare i carabinieri e tutti coloro che collaborano a vario titolo alla salvaguardia di tanti animali, ribadisce per l’ennesima volta la necessità che la provincia di Vibo si doti di un proprio Centro di recupero, nell’interesse primario della stessa fauna selvatica in quanto in diverse occasioni (ferite da armi da fuoco, collisioni) la tempestività dell’intervento si rivela fondamentale ai fini della sopravvivenza. «Non è più concepibile – conclude – che tutte le operazioni di recupero, alimentazione, trasporto e pulizie di tanti soggetti, continui a ricadere (fino a quando?) sulla buona volontà e il sacrificio di privati cittadini, ricordando che la stessa fauna selvatica, in base all’articolo 1 della legge 157/92, appartiene al patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse nazionale e internazionale. Da qui l’appello all’ordine dei Veterinari Vibonesi e alle autorità provinciali affinché promuovano tutte le iniziative finalizzate a risolvere una problematica fin qui troppo a lungo trascurata».

La domanda finale che Paolillo rivolge è questa: che fine faranno tutti questi animali se dovesse venir meno l’attività del Wwf?

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