sabato,Agosto 2 2025

Mare di Nicotera tra fioritura algale e fossi inquinati. Il sindaco: «Liquami nel Mesima dai Comuni a monte»

Per Arpacal l’acqua verde è colpa delle microalghe ma non ci sarebbero pericoli per la salute. Eppure un’alta concentrazione di batteri fecali è stata riscontrata nel torrente San Giovanni la cui foce è però sbarrata

Mare di Nicotera tra fioritura algale e fossi inquinati. Il sindaco: «Liquami nel Mesima dai Comuni a monte»
L'unità mobile di Arpacal a Nicotera e il campionamento nel fosso San Giovanni

Fogna? No, è colpa delle microalghe. Ancora loro. Lo certifica Arpacal che nei giorni scorsi ha effettuato più analisi nel mare di Nicotera Marina. Diversi i bagnanti che si erano lamentati, denunciando l’impossibilità di tuffarsi in acqua a causa del colore verde assunto dal mare negli ultimi giorni. «La colorazione verde osservata nell’acqua è verosimilmente riconducibile a un fenomeno di fioritura algale (bloom), associato alla proliferazione di microalghe appartenenti all’ordine delle Gymnodiniales e in particolare al genere Gymnodnium», si legge nella relazione tecnica che l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria ha inviato alla Guardia costiera, che per prima – il 30 giugno – ha effettuato dei campionamenti nelle acque antistanti il lido Il Gabbiano, quindi verso nord, lato scogliera.

Arpacal analizzando quel campione ha appunto rilevato che non vi sono contaminazioni di origine fecale, tuttavia i valori dell’azoto totale sono più elevati della norma. Evidenziata poi una «cospicua proliferazione algale», che sarebbe comunque legata – spiegano da Arpacal – a fattori antropici, come ad esempio acque reflue e scarichi non trattati, e all’elevata temperatura superficiale del mare. Nella relazione si puntualizza inoltre che non si è riscontrata la presenza di microalghe potenzialmente tossiche. Mare quindi perfettamente balneabile, secondo i tecnici.

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Ulteriori analisi sono state condotte il 5 luglio, quando un’unità mobile di Arpacal si è recata direttamente sul posto. Due i punti di prelievo: il primo sempre nei pressi della scogliera, mentre il secondo non ha riguardato il mare ma il fosso San Giovanni. Mentre nel primo caso non è stata riscontrata contaminazione di origine fecale e i valori relativi alla all’Escherichia coli sono risultati nella norma, questo batterio è invece presente nel fosso San Giovanni e con valori ben oltre quelli consentiti dalla legge. Le acque stagnanti e verdastre del fosso fanno brutta mostra di sé al confine del centro abitato, poco prima della vasta spiaggia libera antistante la pineta. «Quelle acque sono isolate dal mare da uno sbarramento naturale di sabbia della larghezza di decine di metri», sottolinea il sindaco di Nicotera, Giuseppe Marasco, che ha assistito ai campionamenti di Arpacal e dalla sua pagina social rassicura sulla qualità e sicurezza del mare.

Altro tasto dolente è il Mesima, che si tuffa nel Tirreno pochi chilometri più a sud di Nicotera. Anche qui, con un campionamento a 500 metri a monte della foce, Arpacal ha riscontrato valori di Escherichia coli tali da determinare una contaminazione fecale delle acque. Sempre Marasco a tal proposito ha lanciato un appello alla Regione: «Questo corso d’acqua rappresenta una via d’uscita per reflui non trattati provenienti da parecchi comuni della provincia di Vibo e di Reggio Calabria. È imperativo che si esegua una valutazione approfondita della situazione, affinché si possa arginare il rischio di inquinamento delle nostre acque. Inoltre, è cruciale verificare che tutte le aziende agricole operanti nei territori circostanti al mare, siano regolarmente autorizzate e rispettino le normative vigenti in materia di utilizzo del digestato, impiegato in larga misura come fertilizzante, con la concreta possibilità di un successivo riversamento nel mare attraverso le falde acquifere, soprattutto alla luce del triste fenomeno della fioritura algale, che ogni anno provoca notevoli disagi al territorio, agli operatori turistici e ai cittadini che affollano le nostre spiagge. Invito, dunque, la Regione Calabria e le autorità competenti a intensificare le verifiche e i controlli su queste problematiche».

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