giovedì,Aprile 25 2024

Rifiuti in strada a Vibo, Slai-Cobas: «Aumentare il monte ore per garantire il servizio»

Il sindacato richiama il nuovo gestore del servizio, la EcoCar Srl, a consolidare l’orario di lavoro degli operai assunti part-time e denuncia lo «sfruttamento dei lavoratori stagionali»

Rifiuti in strada a Vibo, Slai-Cobas: «Aumentare il monte ore per garantire il servizio»
Cumuli di rifiuti in contrada Vaccaro a Vena Superiore

Si surriscalda il clima attorno alla sempre conflittuale gestione di rifiuti a Vibo Valentia. Sono diverse le criticità già emerse in ordine al nuovo ciclo apertosi con il subentro della nuova ditta – la società EcoCar Srl di Latina – che in meno di un mese ha già collezionato la prima sanzione di 20mila euro comminata dal Comune per varie inadempienze. Un atto che dimostra come lo spinoso appalto sia da sempre oggetto di malumori e contestazioni, come avvenuto con le passate gestioni non ultima quella della siciliana Dusty protagonista di innumerevoli contenziosi con Palazzo Luigi Razza.

Ad elencare ora le criticità «fin qui rilevate» nel pur ristretto lasso di tempo dell’avvento della nuova ditta è lo Slai Cobas. Il sindacato parte mettendo in evidenza le «difficoltà gestionali ed organizzative che hanno determinato la prima sanzione da parte del Comune». Quindi passa ad analizzare «lo stato di agitazione dei lavoratori che si sono astenuti nei giorni scorsi dalle prestazioni di lavoro straordinario e supplementare» precisando che «la scrivente organizzazione ha già avuto modo di evidenziare come la mai risolta vertenza inerente il consolidamento dell’orario di lavoro degli operai ancora assunti part-time – dopo il sacrificio dei loro diritti avvenuto nell’agosto 2014 al momento dell’avvento della Progettambiente – abbia creato e sicuramente creerà in futuro notevoli disagi in termini organizzativi con conseguente perdita di produttività derivante in massima parte dalla previsione di turni di lavoro con equipaggi composti da lavoratori assunti con diverse modalità orarie». [Continua]

Nazzareno Piperno

Per il coordinatore provinciale Nazzareno Piperno «è di tutta evidenza che servizi svolti da due lavoratori, di cui uno assunto a tempo pieno ed uno assunto a tempo parziale (4 ore), determini non poche difficoltà nello svolgimento del servizio, visto e considerato che è pressoché impossibile, per il lavoratore a tempo pieno che rimane in servizio a completamento orario dopo che il proprio collega ha finito il proprio turno, portare a compimento il lavoro affidatogli. La conseguente perdita di produttività – prosegue -, porta con sé come ulteriore corollario un’esponenziale perdita di immagine nei confronti dell’utenza con cui al contrario i lavoratori dovrebbero essere destinati, nel corso del tempo e svolgendo servizio più o meno sempre nelle stesse zone, ad instaurare un rapporto di ragionevole affidamento laddove non di vera e propria fidelizzazione. Diventa impossibile spiegare ai cittadini – che legittimamente da loro punto di vista si ritengono ingiustamente discriminati dal mancato completamento della raccolta – l’impossibilità per un operatore, rimasto solo dopo l’anticipata fine del turno del proprio collega, di completare il servizio».

Situazione «non più ulteriormente sostenibile che richiede necessariamente che la società si adegui predisponendo turni con operatori assunti con la medesima tipologia oraria (due operatori a tempo pieno) al fine di evitare gli scompensi sopra evidenziati che sono poi i lavoratori, mettendoci la faccia, a scontare direttamente con i cittadini. In ogni caso, per come sia pur indirettamente confermato dalla prima sanzione già irrogata dall’Amministrazione, sussiste certamente una necessità di implementazione del monte ore lavorate che potrebbe tranquillamente essere soddisfatta, andando così a risolvere l’altra annosa vertenza, aumentando e consolidando l’orario degli operai part-time».

Quindi Piperno passa ad evidenziare un’altra «grave criticità: quella relativa all’utilizzazione dei lavoratori stagionali assunti, a termini di contratto, da tale società. Tali lavoratori, gran parte dei quali assunti a tempo parziale, vengono utilizzati dalla società per un numero di ore spropositatamente superiore a quelle previste dai contratti di assunzione (fino a dieci o dodici ore al giorno a fronte di 4 ore da contratto). Si tratta, ovviamente, di lavoratori precari che, come tali, risultano particolarmente vulnerabili alle pressioni aziendali ma per i quali tuttavia è necessario evidenziare la situazione sopra descritta non essendo ovviamente tollerabile uno sfruttamento del genere su lavoratori che, sol per il fatto di essere assunti a tempo determinato, non possono certo meritare un trattamento da schiavi. È proprio questo sfruttamento, provvedendo a fornire all’azienda quelle ore lavorate in più di cui la stessa ha oggettivamente bisogno, a impedire di portare a compimento il consolidamento orario dei lavoratori part-time. In altre parole: è una illegittimità a creare le premesse per il protrarsi di un’evidente ingiustizia che si ripete ormai dal 2014».

Quindi l’invito finale alla società «a volersi attivare al fine di risolvere le sopra evidenziate criticità rilevando come, in mancanza, la scrivente organizzazione si riserva ogni conseguente e necessaria iniziativa, dimostrando nel contempo la propria disponibilità ad un confronto con parte aziendale al fine di risolvere le vertenze pendenti prima fra tutte quella del consolidamento degli operatori part-time».    

Rifiuti, esordio disastroso per l’Ecocar a Vibo: ditta già sanzionata per 20mila euro

top