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Maragò vince la sua “battaglia”, la discarica si farà a Sant’Onofrio

I sindaci dell’Ato votano a favore del sito proposto dal primo cittadino santonofrese. Non mancano i distinguo e permangono i dubbi sull’idoneità dell'area. Il progetto prevede la realizzazione di una piattaforma per la gestione della differenziata e di una discarica di servizio

Maragò vince la sua “battaglia”, la discarica si farà a Sant’Onofrio

Il dado è tratto. L’“Eco-distretto” consortile per la gestione dei rifiuti dei comuni della provincia di Vibo Valentia si farà in località “Tozza Palombara”, nell’area meglio nota come “Vajoti” ricadente nel territorio comunale di Sant’Onofrio. Passa così la proposta del primo cittadino del medesimo centro, Onofrio Maragò, che ha portato avanti con tenacia la sua “battaglia” nonostante i rilievi di diversi colleghi e dell’opposizione comunale. Quest’ultima è arrivata anche a segnalare all’Autorità nazionale anticorruzione un presunto conflitto d’interesse del primo cittadino in virtù di un incarico ricoperto nel dipartimento Ambiente della Regione e, nello specifico nel team per l’individuazione dei siti del Piano regionale rifiuti.

Le ragioni di Maragò hanno avuto la meglio anche rispetto alla ferma opposizione del comitato spontaneo di cittadini che ha dato voce al dissenso degli oppositori del progetto, raccogliendo un migliaio di firme nei centri del comprensorio.

A stabilire la definitiva collocazione della piattaforma di trattamento dei rifiuti differenziati (“modello Oslo”) e dell’annessa discarica di conferimento della frazione indifferenziata, dopo una lunga serie di riunioni e rinvii per mancanza del numero legale (che avevano fatto balenare l’ipotesi di un commissariamento dell’Ato n. 4), è stato il voto favorevole di 21 amministratori.

Votazione che ha registrato la contrarietà dei primi cittadini di Filogaso, Vallelonga e Stefanaconi (comuni tra i più prossimi al sito designato), l’astensione dei primi cittadini di San Nicola da Crissa, Spadola e Francica e l’abbandono dell’aula al momento del voto dei sindaci di Capistrano e San Calogero. Preponderante, in virtù del quoziente di popolazione, il voto favorevole del sindaco di Vibo e presidente dell’assemblea, Elio Costa.

Accesa la discussione che ha preceduto il voto (anticipato nell’Odg su proposta del sindaco di Gerocarne Vitaliano Papillo), in un lungo dibattito andato avanti per oltre 4 ore, e che ha registrato momenti di aperto scontro. Come quello che ha visto contrapporsi proprio il sindaco Maragò (in foto) e il collega Egidio Servello, primo cittadino di Vallelonga. Quest’ultimo ha ribadito la contrarietà alla collocazione dell’“Eco-distretto” nell’area individuata, riproponendo i molti dubbi sulla sua idoneità, gravata a suo dire da «vincoli posti dal Corpo Forestale dello Stato e da motivi di carattere giudiziario vincolanti rispetto alla stessa disponibilità del terreno». Rilievi sui quali Maragò ha offerto i suoi chiarimenti osservando come gli stessi vincoli «siano di carattere tutorio e non inibitorio, e, pertanto, superabili».

Dichiarazioni di voto contrarie anche da parte dei sindaci di Filogaso e Stefanaconi, Massimiliano Trimmeliti e Salvatore Solano. Il primo ha rimarcato l’assoluta contrarietà sulla scelta del sito, distante circa 2,5 chilometri dall’abitato di Filogaso. Fattore che, a detta dello stesso Trimmeliti, «andrebbe a creare enormi problemi di carattere ambientale e di salute per i miei concittadini».

Ferma anche la posizione del sindaco Solano che ha inteso denunciare le modalità attraverso le quale si è giunti all’individuazione del sito stesso «ancor prima che venga presentato e discusso un progetto preliminare». Posizione condivisa dal sindaco di San Calogero, Nicola Brosio (che non ha preso parte alla votazione), e dai componenti del comitato “No discarica” di Sant’Onofrio presenti tra il pubblico, che hanno sottolineato con un applauso la loro approvazione rispetto alle argomentazioni del sindaco di Stefanaconi.

Non l’ha pensata allo stesso modo la maggioranza dell’assemblea che ha votato favorevolmente alla proposta di Maragò, che aveva tra le altre cose già incassato il placet del dipartimento regionale e che di fatto era l’unica sul tavolo.

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