giovedì,Aprile 25 2024

«Il calo del commercio è la crisi di Vibo», la riflessione di Cesella Gelanzè

Per l'architetto la città appare «deturpata, agonizzante nel suo squallore che si articola tra l'abbattimento di muri, il disordine tra fioriere e panchine, con il verde spontaneo che la fa da padrone ovunque trovi spazio»

«Il calo del commercio è la crisi di Vibo», la riflessione di Cesella Gelanzè
Corso Vittorio Emanuele III
Cesella Gelanzè

dall’architetto Cesella Gelanzé riceviamo e pubblichiamo un intervento sulla crisi del commercio a Vibo Valentia:

Profonda crisi del commercio… come se fosse un meteorite caduto dal cielo.
Per ogni attività aperta al pubblico, al mattino le saracinesche si alzano, per chiudersi alla sera mentre il passeggio sulla via e la sosta al tavolo del bar per un caffè o un gelato completano il quadro impressionista di vita quotidiana.
Il movimento influenza quello che vi si affaccia insomma. Ma se il fiume o il ruscello perde la sua forza esaurendosi, anche quello che su di esso è prospiciente o da esso dipende in termini di sviluppo e crescita, perde vitalità e muore. Il paragone non è difficile, la città o meglio il territorio intero della provincia ha perso negli ultimi decenni la vivacità e il dinamismo che  migliaia di posti di lavoro assicuravano,  posti di lavoro che non ci sono più,  spazzati via principalmente da una politica distratta sull’argomento o incapace e attenta solo al mantenimento della postazione conquistata. Come si fa a pensare che i centri commerciali siano la causa dell’impoverimento delle attività in città? Certo la città è deturpata, agonizzante nel suo squallore che si articola tra l’abbattimento di muri che snatura il senso originario di quello per cui erano nati, il disordine che s’incontra passeggiando inciampando tra fioriere e panchine per la sosta smontati e sparsi come i lego dei bambini, il verde spontaneo che la fa da padrone ovunque trovi spazio.  La fatica di chi ha dato impulso alla cultura muovendosi tra il bello che la storia ci ha lasciato in eredità, serve a ricordarci quel che la città era rapportandosi a quel che la città è. Ogni suo angolo datato è pronto per far da salotto al pubblico che vi accorre sempre, avvolto dalla bellezza e rinfrancato dall’aria che vi si respira. Profonda crisi del commercio uguale a profonda crisi del palcoscenico della città di Vibo, dove i suoi abitanti vi rappresentavano la loro quotidianità, ora ridotti nelle possibilità e nel numero”.

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Vibo, quella profonda e silenziosa crisi del commercio

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