giovedì,Aprile 25 2024

Omicidio Vangeli nel Vibonese, Giuseppe Prostamo torna in carcere

Il delitto nell’ottobre del 2018. Decisione del Tribunale del Riesame dopo un annullamento della Cassazione. Il corpo del 26enne di Filandari non è stato ancora ritrovato

Omicidio Vangeli nel Vibonese, Giuseppe Prostamo torna in carcere

E’ tornato in carcere Giuseppe Prostamo, 35 anni, di San Giovanni di Mileto, che si trovava agli arresti domiciliari dal giugno dello scorso anno per l’omicidio e la soppressione del cadavere  del 26enne di Scaliti di Filandari Francesco Vangeli, nonché del reato di detenzione illegale di armi. A rispedirlo in carcere è stato il Tribunale del Riesame di Catanzaro dopo un annullamento con rinvio ad opera della Cassazione che aveva accolto un ricorso della Procura di Catanzaro avverso i domiciliari ottenuti per l’imputato dagli avvocati Sergio Rotundo e Giuseppe Grande dinanzi ad altra sezione del Riesame il 30 giugno 2020. Il 23 dicembre scorso, Giuseppe Prostamo per la scomparsa di Francesco Vangeli è stato condannato a 30 anni di reclusione al termine di un processo celebrato con rito abbreviato. [Continua in basso]

Giuseppe Prostamo

Per Giuseppe Prostamo ed il fratello Antonio (che si trova imputato dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro avendo scelto il rito ordinario), l’accusa è quella di omicidio e soppressione di cadavere ai danni di Francesco Vangeli aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose e dall’ulteriore aggravante di aver commesso il fatto per motivi abietti “connessi per un verso all’avere Vangeli riallacciato la relazione sentimentale con Alessia Pesce, per altro verso al mancato pagamento di un debito di droga dello stesso Vangeli – sostiene la Dda di Catanzaro – nei confronti di Giuseppe Prostamo”. L’aggravante della metodologia mafiosa per Giuseppe Prostamo è stata però esclusa dal giudice in sentenza e veniva fatta derivare, secondo la prospettazione accusatoria, dai legami dei due Prostamo con gli zii Nazzareno (già condannato all’ergastolo per l’omicidio di Pietro Cosimo consumato nel 1990 a Catanzaro) e Giuseppe Prostamo, quest’ultimo ucciso a San Costantino Calabro il 4 giugno 2011 in un agguato mafioso.

Francesco Vangeli

Giuseppe Prostamo (ed al fratello Antonio) veniva poi mossa anche l’accusa di detenzione e porto illegale di una pistola che, nel corso del 2017, i due avevano “affidato a Francesco Vangeli affinchè – spiega la Dda nei capi d’imputazione – la conservasse per loro conto”. Per i due Prostamo anche l’accusa di detenzione di un fucile.
Francesco Vangeli, al termine di un “confronto” con i due fratelli Antonio e Giuseppe Prostamo, sarebbe stato colpito con un colpo d’arma da fuoco, rinchiuso in un sacco nero di plastica ancora moribondo, trasportato a bordo del suo veicolo e gettato nel fiume Mesima ancora agonizzante, mentre la vettura ed il telefono cellulare sono stati dati alle fiamme. Il corpo di Francesco Vangeli, nonostante le ricerche nel fiume Mesima, non è stato ancora ritrovato.

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