venerdì,Aprile 19 2024

Operazione Imponimento: tutte le accuse mosse agli Stillitani rinviati a giudizio

La Dda contesta ai due imprenditori di Pizzo, ed a Francescantonio pure nelle vesti di politico, diverse ipotesi di reato. Dal concorso esterno in associazione mafiosa sino alla tentata estorsione e al danneggiamento. Il patto con il clan Anello-Fruci, i voti comprati e le intimidazioni contro gli altri imprenditori

Operazione Imponimento: tutte le accuse mosse agli Stillitani rinviati a giudizio
Il pm Antonio De Bernardo

Fra i principali imputati per i quali il 24 settembre prossimo – così come deciso venerdì dal gup distrettuale, Francesco Rinaldi – si aprirà il processo dinanzi al Tribunale collegiale di Lamezia Terme, nell’ambito dell’operazione antimafia Imponimento, ci sono i fratelli Stillitani: Francescantonio, ex assessore regionale al Lavoro, ex sindaco di Pizzo ed esponente di primo piano per tanti anni della politica vibonese e calabrese, ed Emanuele Stillitani . Tanti i capi d’accusa contestati e dei quali dovranno rispondere. [Continua in basso]

Il concorso esterno

Francescantonio Stillitani

Concorso esterno in associazione mafiosa è la prima accusa che viene mossa dalla Procura distrettuale ai fratelli Francescantonio Stillitani ed Emanuele Stillitani. In particolare, i fratelli Stillitani – nelle vesti di imprenditori turistici – ed il solo Francescantonio Stillitani nelle vesti di politico che avrebbe goduto del sostegno elettorale dei clan Anello di Filadelfia e Fruci di Acconia di Curinga, si sarebbero posti quali referenti per il sodalizio criminale. Dopo una prima fase in cui i due imprenditori sono rimasti vittime di richieste estorsive, avrebbero trovato un accordo che prevedeva l’ingerenza del clan Anello-Fruci nelle strutture turistiche, mediando gli Stillitani anche con altri imprenditori vittime di richieste estorsive. Avrebbero così concorso nelle condotte estorsive poste in essere dal clan Anello-Fruci, favorendo l’affidamento di opere, forniture e servizi ad imprese contigue alla cosca, garantendo l’assunzione di sodali o di soggetti comunque indicati dall’organizzazione e riconoscendo all’organizzazione un contributo in denaro in ragione delle attività imprenditoriali oggetto di tutela mafiosa e dei servigi resi dal sodalizio. Gli Stillitani avrebbero così avuto la possibilità di rivolgersi al clan anche per il compimento di atti di concorrenza illecita o di natura estorsiva nello svolgimento della loro attività imprenditoriale, ovvero di atti intimidatori nei confronti di soggetti non graditi, ottenendo pure appoggio in favore di Francescantonio Stillitani in occasione delle competizioni elettorali che lo vedevano candidato (in particolare, elezioni regionali calabresi del 2005), attraverso plurimi accordi politico-mafiosi maturati e conclusi nel contesto delle cointeressenze economiche legate alla gestione delle strutture turistiche di proprietà degli Stillitani e dei reciproci vantaggi.

L’accusa di estorsione

Vincenzino Fruci

Estorsione aggravata dal metodo mafioso è poi l’altra accusa mossa agli Stillitani. In particolare, Emanuele e Francescantonio Stillitani avrebbero agito quali soci della Garden Sud s.r.l (proprietaria del villaggio turistico sito in loc. Difesa del Comune di Pizzo, ceduto in gestione alla Club Mediterranee S.A. con atto del 16.11.2001) e Francescantonio Stillitani anche quale sindaco del Comune di Pizzo (dal 16.11.1997 al 30.01.2002) e politico a livello comunale e regionale Gli Stillitani sarebebro stati i mandanti e i beneficiari dell’azione delittuosa (Francescantonio Stillitani anche quale autore diretto delle condotte abusive e minacciose), Vincenzino Fruci di Acconia di Curinga e Francesco Michienzi (quest’ultimo poi passato fra i collaboratori di giustizia) quali appartenenti alla cosca Anello di Filadelfia avrebbero depositato detriti e cumuli di terra su indicazione degli Stillitani per ostruire la strada che conduceva al sito dello stabilimento balneare in fase di ultimazione a Pizzo, in località Difesa, riconducibile ai congiunti Michele e Eleonora Marcello.

Francesco Michienzi avrebbe poi incendiato (in data 4 maggio 2005) la suddetta struttura, distruggendola, su indicazione di Fruci, che gli avrebbe messo anche a disposizione a tal fine 15 litri di benzina e su diretto e specifico mandato di Emanuele Stillitani. Francescantonio Stillitani avrebbe poi abusato dei poteri di sindaco di Pizzo (peraltro in violazione del dovere di astensione, in presenza di un macroscopico interesse personale legato alla sua qualità di socio della Garden Sud s.r.l.) estromettendo i Marcello dalla concessione demaniale dal piano spiaggia del Comune di Pizzo, provocandogli un male ingiusto e rappresentando esplicitamente che l’esito positivo delle pratiche di competenza comunale era indissolubilmente subordinato alla voltura in favore suo o della Club Mediterranee S.A. della con conseguente possibilità per la figlia Eleonora Francesca Marcello di lavorare nella struttura solo quale dipendente della Club Mediterranee grazie alla sua intercessione. [Continua in basso]

Gli Stillitani avrebbero così cercato di costringere i Marcello a desistere dal proseguire nella loro attività imprenditoriale, costringendoli ad offrire in vendita la propria concessione demaniale – direttamente, o per il tramite degli Stillitani – alla Club Mediterranee, non riuscendo nell’intento per la contraria volontà della persona offesa (allorché Eleonora Marcello, dopo aver sottoscritto una proposta di vendita della concessione demaniale alla società Plumeria – riconducibile agli Stillitani – si rifiutava di perfezionare il trasferimento).

In seguito – secondo l’accusa – avrebbero costretto i Marcello a desistere dal proseguire nella loro attività imprenditoriale e ad offrire in vendita la propria concessione demaniale alla Club Mediterranee S.A. (proposta che però la suddetta società non coltivava per sua scelta). In tal modo, gli Stillitani si sarebbero procurati un profitto ingiusto ostacolando un’impresa concorrente ed evitando problematiche contrattuali nel rapporto con la Club Mediterranee, che pretendeva – se del caso anche a costo della rescissione del contratto – l’esclusiva gestione delle attività turistico balneari nel tratto di costa comprendente il villaggio turistico della Garden Sud s.r.l. [Continua in basso]

I reati di violenza privata e danneggiamento

Violenza privata e danneggiamento aggravati dal metodo mafioso sono altri due reati contestati agli Stillitani in concorso con Francesco Michienzi, Pasquale Rondinelli e Vincenzo De Nisi.
In particolare, gli Stillitani quali mandanti, Michienzi, Rondinelli e De Nisi quali esecutori materiali, in esecuzione del medesimo disegno criminoso avrebbero esploso il 26 giugno 2005 tre colpi di armi da fuoco (revolver 357 magnum) all’indirizzo della autovettura Fiat Panda di Francesco Procopio (responsabile del settore acquisti, per conto della società Golfo del Sole s.r.l., presso il villaggio Garden Resort Calabria sito ad Acconia di Curinga loc. Torre di Mezza Praia). Il danneggiamento a colpi d’arma da fuoco sarebbero stato compiuto al fine di far desistere Procopio dal porre in essere condotte contrarie agli interessi ed alla volontà dei fratelli Stillitani, al punto da indurlo a dare le dimissioni dall’incarico il 25 agosto 2005.

Reati prescritti

Non risponderanno invece gli Stillitani di altra ipotesi di reato che figurava già prescritta quando è scattata lo scorso anno l’operazione Imponimento.
Voto di scambio politico-mafioso è infatti il reato presente in un capo di imputazione (ormai prescritto, appunto) mosso inizialmente a Francescantonio Stillitani in concorso con Bruno Mercuri, Vincenzino Fruci, Fracesco Michienzi e Antonio Facciolo.

In particolare, Francescantonio Stillitani avrebbe ottenuto alle elezioni regionali del 2005 il sostegno elettorale del clan Anello-Fruci comprando un pacchetto di 60-70 voti a 100 euro ciascuno per un totale di 10mila euro. Il clan avrebbe poi indicato a Stillitani i nominativi da assumere nelle sue società e i rappresentanti della lista dell’Udc in occasione delle elezioni regionali.

LEGGI ANCHE: Rinascita Scott: Bartolomeo Arena accusa pure il senatore Giuseppe Mangialavori

Inchiesta Imponimento, oltre 60 imputati ammessi al processo con rito abbreviato

Operazione Imponimento contro i clan vibonesi, oltre 70 imputati rinviati a giudizio

Articoli correlati

top