sabato,Aprile 20 2024

Operazione “Ossessione”, indagato anche Emanuele Mancuso

Unitamente ad altri due soggetti di Nicotera è accusato di aver aiutato i fratelli Costantino a rimuovere un impianto di videosorveglianza

Operazione “Ossessione”, indagato anche Emanuele Mancuso
Emanuele Mancuso

C’è anche Emanuele Mancuso, 30 anni, dal giugno scorso collaboratore di giustizia, fra gli indagati dell’operazione “Ossessione”. Unitamente a Pantaleone Perfidio, 32 anni, di Nicotera, e Giovanni Battaglia, 33 anni, anche lui di Nicotera (entrambi già indagati nell’inchiesta antidroga denominata “Giardini segreti” scattata a luglio) nell’operazione odierna denominata “Ossessione”, Emanuele Mancuso è indagato per il reato di favoreggiamento personale aggravato dalle finalità mafiose per avere aiutato i fratelli Giuseppe e Fabio Costantino ad eludere le investigazioni, intervenendo su loro richiesta – e previa indicazioni degli zii paterni di Emanuele Mancuso – a rimuovere un dispositivo di videosorveglianza posto dai militari del Goa della Guardia di Finanza dinanzi l’abitazione dei fratelli Costantino a Comerconi di Nicotera  tra il 29 maggio del 2017 ed il 6 giugno del 2017. Anche sul conto dei fratelli Costantino (detti “Fifietto”), Emanuele Mancuso ha reso dichiarazioni agli inquirenti indicandoli come “parenti di Antonio Mancuso, detto don Paperone, e vivono a Comerconi e Preitoni dove hanno una casa ed un garage”. Per convicere Giovanni Battaglia a salire su un palo della luce dove la Guardia di Finanza aveva installato una telecamera dinanzi all’abitazione natale dei Costantino, Emanuele Mancuso racconta di aver dovuto dare 50 euro a Giovanni Battaglia per ogni suo tentativo di salire sul palo dal quale per tre volte scendeva dopo aver preso la corrente. Al quarto tentativo, Battaglia è però riuscito a staccare l’apparecchiatura posizionata dagli investigatori. Il terzo dei fratelli Costantino, di nome Salvatore, si è invece da tempo stabilito in Lombardia ed è stato detenuto sino al 2015 quando è stato ammesso al lavoro esterno, mentre nel 2016 ha ottenuto il beneficio della misura alternativa alla detenzione (affidamento in prova). Secondo i magistrati, Salvatore Antonio Costantino ha rappresentato “un elemento di raccordo tra i componenti calabresi dell’organizzazione dedita al narcotraffico e che operano in Lombardia, la maggior parte dei quali conosciuti in carcere, e per l’esattezza nella casa circondariale di Bollate.    LEGGI ANCHE:  Narcotraffico internazionale dal Vibonese, ecco tutti gli arrestati e le accuse – Video

 

 

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