giovedì,Marzo 28 2024

Petrol Mafie: tutti a giudizio, c’è pure il presidente della Provincia di Vibo

A processo anche dipendenti e funzionari provinciali, ex consiglieri comunali, imprenditori, boss dei clan Mancuso, Fiarè e dei Piscopisani

Petrol Mafie: tutti a giudizio, c’è pure il presidente della Provincia di Vibo
Giuseppe D’Amico

Sono in totale 54 i rinvii a giudizio ottenuti dalla Dda di Catanzaro (procuratore Nicola Gratteri, pm Antonio De Bernardo, Annamaria Frustaci e Andrea Mancuso) nell’ambito dell’inchiesta “Petrol Mafie”, nota anche come operazione “Rinascita Scott 2” o “Dedalo”.
La lunga attività investigativa ha fatto emergere gravi indizi a carico di persone ritenute vicine alla mafia che, grazie alla collaborazione di imprenditori titolari e gestori di attività economiche ubicate in Sicilia, operanti nel medesimo settore, avrebbero costituito, organizzato e diretto un’associazione per delinquere, con base a Vibo Valentia, finalizzata alla evasione dell’Iva e delle accise su prodotti petroliferi. 

Il sistema di frode consisteva nell’importazione dall’est-Europa di prodotti petroliferi artefatti (miscele) e oli lubrificanti, successivamente immessi in commercio come gasolio per autotrazione, con conseguenti cospicui guadagni dovuti al differente livello di imposizione. I prodotti venivano, quindi, trasportati, con documentazione di accompagnamento falsa, presso i siti di stoccaggio nella disponibilità dell’associazione, ubicati in Maierato e Santa Venerina, pronti per essere immessi sul mercato. [Continua in basso]

Salvatore Solano

Ma l’inchiesta mira a far luce, fra l’altro, sui condizionamenti sull’ente Provincia di Vibo Valentia, dalle elezioni agli appalti, tanto che fra i rinviati a giudizio indagati (concorso morale nell’effettuare minacce nei confronti degli elettori insieme al cugino Giuseppe D’Amico esecutore materiale, corruzione e turbata libertà degli incanti le contestazioni) c’è anche il presidente Salvatore Solano (che è pure sindaco di Stefanaconi) nei cui confronti la Dda ha ottenuto il rinvio rinvio a giudizio unitamente a tre dipendenti della Provincia: Antonio Francolino, Isaia Angelo Capria e Gaetano Del Vecchio (tutti imputati per turbata libertà degli incanti). Nei confronti del presidente della Provincia, Salvatore Solano, il reato di turbata libertà degli incanti è aggravato dalle finalità mafiose, contestato in concorso con il cugino Giuseppe D’Amico (arrestato).

Antonio D’Amico

Questi i rinviati a giudizio dal gup distrettuale Marco Ferrante: Enrica Costa, 1993, Catania; Roberto Aguì, 1971, Bovalino; Nicola Amato, 1975, Catania; Benedetto Avvinto, 1974, Cercola (Na); Anna Bertozzi, 1958, Roma; Anna Buonfante, 1991, Napoli; Vincenzo Campajola, 1965, Napoli; Antonio Angelo Isaia Capria, 1964, Nicotera (dipendente della Provincia di Vibo); Alberto Coppola, 1977, Napoli; Carmine Coppola, 1998, Napoli; Roberta Coppola, 1998, Torre del Greco; Felice D’Agostino, 1982, Bari; Angela D’Amico, 1967, Vibo Valentia (frazione Piscopio); Antonio D’Amico, 1964, di Piscopio; Domenica D’Amico, 1960, Vibo Valentia; [Continua in basso]

Giuseppe D’Amico, 1972, Piscopio; Rosa D’Amico, 1966, Vibo Valentia; Francesco D’Angelo, 1946, alias Ciccio Ammaculata, Piscopio; Gaetano Del Vecchio, 1962, Tropea (dirigente della Provincia di Vibo); Virginia Di Cesare, 1993, Roma; Biagio Esposito, 1984, Napoli; Giuseppe Fasulo, 1962, Taranto; Sebastiano Foti, 1976, Catania; Antonio Francolino, 1965, Vibo (dirigente della Provincia di Vibo); Salvino Frazzetto, 1959, Catania; Gennaro Gravino, 1976, Napoli; Giasone Italiano, 1969, Delianuova; Salvatore La Rizza, 1980, Vibo Marina; Cesare Nicola Limardo, 1993, residente a Limbadi (in qualità di titolare della D.I. Lcn Petroli ubicata a Filandari); Paolo Lipari, 1977, di Stefanaconi; Luigi Mancuso, 1954, di Limbadi; Francesco Mancuso, 64 anni, di Limbadi, detto “Tabacco”;

Franco Tedesco

Silvana Mancuso, 1969, di Limbadi; Nazzareno Matina, 1971, di Stefanaconi; Giulio Mitidieri, 1952, Marsicovetere (Pz); Francesco Monteleone, 1985, di Vibo Valentia ma residente a Milano; Luciano Morabito, 1958, Africo; Irina Paduret, 1986, Moldavia; Zhelev Petyo Petkov, 1978, Bulgaria; Fabio Pirro, 1978, Napoli; Francesco Saverio Porretta, 1974, Milano; Antonio Prenesti, 1966,  di Nicotera; Rosamaria Pugliese, 1975, di Maierato; Rocco Raccosta, 1955, Oppido Mamertina; Giuseppe Ruccella, 1981, di Filogaso; Fortunato Salamò, 1966, Vibo Valentia; Rosario Cristian Santoro, 1995, Palermo; Emanuela Scevola, 1981, Napoli; Damiano Sciuto, 1989, Catania; Salvatore Solano, 1979, sindaco di Stefanaconi e presidente della Provincia di Vibo Valentia; Francescantonio Tedesco, 1968, di Vibo Valentia (in carcere per l’inchiesta Imponimento, ex consigliere comunale di Vibo); Giuseppe Terranova, 1963, Messina; Domenico Roberto Tirendi, 1986, Napoli; Ernesto Tortora, 1975, Napoli; Roberto Trovato, 1987, Catania; Gennaro Visese, 1977, Napoli.

Il processo per tutti loro si aprirà il 13 dicembre prossimo dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia.

Filippo Fiarè

Rito abbreviato invece per: Filippo Fiarè, 64 anni, di San Gregorio d’Ippona; Giuseppe Barbieri, 48 anni, di Sant’Onofrio; Gerardo Caparrotta, 53 anni, di Sant’Onofrio; Francescantonio Anello, 32 anni, di Filadelfia; Daniele Prestanicola, 39 anni, di Maierato; Salvatore Giorgio, 47 anni, di Catanzaro; Orazio Romeo, 52 anni, di Catania; Pasquale Gallone, 61 anni, di Nicotera; Vincenzo Zera Falduto (cl.’88) di Reggio Calabria, Giocchino Falsaperla (cl.’65) di Catania, Marco Lione (cl.’73) di Napoli, Giuseppe Mercadante (cl.’79) di Casal di Principe (Ce), Antonio Ricci (cl.’60) di Montecorvino Pugliano (Sa), Alessandro Primo Tirendi (cl.’82) di Milano; Armando Carvelli (cl.’86) di Crotone, Giovanni Carvelli (cl.’84) di Petilia Policastro.

Hanno invece chiesto il patteggiamento della pena: Alberto Agosta di Catania; Enrico Agosta di Catania; Gennaro Basile di Napoli; Ciro Sodano di San Giorgio a Cremano; Luigi Borriello di Torre del Greco; Raffaele Celotto di Napoli; Francesco Rugeri di Motta Sant’Anastasia; Ciro Sodano, 1988, Napoli; Antonino Signorello di Belpasso

Il gup distrettuale ha quindi dichiarato la nullità dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di Carmelo Fabretti (cl. ’80) di Catania, Sebastiano Lo Torto (cl.’70) di Nicotera, e Lucia Nurcato (cl.’71) di Napoli. Le loro posizioni sono state stralciate e gli atti restituiti all’ufficio di Procura che dovrà rinotificare per loro l’avviso di conclusione indagini.

Associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche, intestazione fittizia di beni, evasione delle imposte e delle accise anche mediante emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, corruzione, scambio elettorale politico mafioso, turbativa d’asta i reati, a vario titolo, contestati.

Parti civili la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell’Interno, l’Agenzia delle dogane, l’Agenzia delle Entrate, la Regione Calabria (avvocato Fabio Pastorino), l’Associazione antiracket e antiusura (avvocato Giovanna Fronte), la Provincia di Vibo Valentia (avvocato Maria Rosa Pisani), i Comuni di Vibo Valentia (avvocato Maria Antonietta La Monica), Sant’Onofrio (avvocato Maria Antonietta La Monica) e Limbadi (avvocato Giulio Ceravolo), la Cooperporo, Filippo Colacchio

Nel collegio di difesa figurano gli avvocati: Daniela Garisto, Giuseppe Di Renzo, Antonio Porcelli, Giovanni Vecchio, Guido Contestabile, Sergio Rotundo, Francesco Muzzopappa, Maria Teresa Battaglia, Nicola Cantafora, Stefano Luciano, Vincenzo Belvedere, Armando Veneto, Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Tiziana Barillaro, Paride Scinica, Vincenzo Ioppoli, Luigi Latino, Eugenio Minniti, Wanda Bitonte, Giuseppe Torchia, Salvatore Sorbilli, Tiziano Saporito, Alessandro Parisi, Alessandro Diddi, Vincenzo Gennaro, Mario Murone, Antonio Ingroia, Marco Tullio Martino, Salvatore De Bonadies, Giuseppe Monteleone, Ornella Valenti, Francesco Giuseppe Finocchiaro, Marco Esposito, Gianfranco Giunta, Francesco Sabatino, Francesco Carioti.

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