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Narcotraffico con gli Usa: condanna annullata per 58enne di Sant’Onofrio

La Corte d’Appello di Reggio Calabria dichiara la propria incompetenza territoriale e trasmette gli atti alla Procura di Catanzaro

Narcotraffico con gli Usa: condanna annullata per 58enne di Sant’Onofrio

La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha annullato la sentenza con la quale il Tribunale di Palmi aveva condannato cinque presunti narcos, soci d’affari dei picciotti calabresi trapiantati nel Queens di New York. Una decisione che comporta in automatico l’immediata liberazione degli imputati se non detenuti per altra causa. Fra gli imputati che ritornano in libertà (dal febbraio 2018 si trovava ai domiciliari dopo un precedente periodo in carcere) e si vedono annullata la condanna, anche Basilio Caparrotta, 58 anni, di Sant’Onofrio, coinvolto anche lui nell’operazione antidroga “Columbus”  e condannato nel dicembre 2017 dal Tribunale di Palmi a 8 anni, tre mesi e 27mila euro di multa. L’eccezione di incompetenza territoriale per lui è stata sollevata dagli avvocati Michelangelo Miceli e Leopoldo Marchese. La decisione sull’incompetenza territoriale, con conseguente trasmissione degli atti alla Procura di Catanzaro, interessa anche Cosimo Berlingeri di Oppido Mamertina (pure lui condannato a 8 anni e 3 mesi); Domenico Berlingeri di Lamezia Terme (9 anni), Franco Fazio di Pianopoli (17 anni e 10 mesi) e Pino Fazio di Lamezia Terme (2 anni).

L’operazione “Columbus”, scattata il 7 maggio 2015, è scaturita da indagini dello Sco (il Servizio Centrale Operativo della polizia) in collaborazione con l’Fbi (il Federal Bureau of Investigation) statunitense. Centrale operativa del narcotraffico, la città di New York con collegamenti in Colombia, Costarica, Olanda, Spagna e Italia. I provvedimenti sono stati emessi dalla Dda di Reggio Calabria e dalla magistratura americana ed eseguiti dal Servizio centrale operativo (Sco) e dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, dall’Fbi e dall’Homeland security.  Il principale imputato nell’inchiesta “Columbus”, Gregorio Gigliotti, è stato condannato negli Stati Uniti insieme alla moglie e al figlio. E proprio da un’inchiesta che ha avuto come epicentro il ristorante nel quartiere del Queens di New York, di proprietà di Gigliotti, ha preso il via l’operazione “Columbus”. L’Fbi, dopo mesi di indagine, fece irruzione nel locale gestito dal calabrese di Serrastretta, in provincia di Catanzaro, sequestrando cocaina e marijuana, oltre a 100mila dollari, sei pistole e un fucile. 

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