lunedì,Dicembre 2 2024

Processo “Lybra”, condanne più pesanti in Appello

I giudici di secondo grado hanno comminato pene maggiori a carico di esponenti e gregari della cosca Tripodi di Vibo Marina accusati a vario titolo di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, usura, frode nelle pubbliche forniture ed estorsione.

Processo “Lybra”, condanne più pesanti in Appello

La Corte di appello di Catanzaro ha aggravato le condanne nei confronti di capi e gregari della cosca Tripodi della ‘ndrangheta coinvolti nell’indagine “Lybra” e giudicati in primo grado con rito abbreviato. I giudici di secondo grado hanno annullato anche l’assoluzione, emessa dal gup Domenico Commodaro, di Francesco Lo Bianco, che è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione.

Pene più pesanti al termine del processo di secondo grado anche per Antonio Mario Tripodi, condannato a 7 anni e 6 mesi (7 anni in primo grado) e Sante Mario Tripodi, che ha avuto 6 anni e 8 mesi (4 anni e 8 mesi). Confermate invece le altre quattro condanne: Salvatore Vita (9 anni), Nicola Tripodi (8 anni), Gregorio De Luca (2 anni e 8 mesi) e Massimo Murano (3 anni).

L’operazione “Lybra”, che fu coordinata dal pm della Dda di Catanzaro Pierpaolo Bruni, decapitò nel maggio 2013 la cosca Tripodi, attiva a Vibo Marina, con l’arresto di 20 persone e il sequestro di beni per circa 40 milioni di euro. Agli indagati vennero contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, usura, frode nelle pubbliche forniture ed estorsione. L’indagine rivelò all’epoca l’esistenza di una mafia imprenditrice che, secondo gli inquirenti, avrebbe esteso i suoi affari anche a Roma e in Lombardia.

Tra gli appalti gestiti da aziende riconducibili alla cosca figurano anche i lavori eseguiti nel 2006 a Vibo Marina dopo l’alluvione.

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