martedì,Giugno 17 2025

Rinascita Scott, Lorenzo Lombardo: «Nessun rapporto mai con Vacatello»

Il consigliere comunale di Forza Italia interviene sulla deposizione del tenente colonnello Valerio Palmieri nel corso del maxiprocesso

Rinascita Scott, Lorenzo Lombardo: «Nessun rapporto mai con Vacatello»
Nel riquadro Lorenzo Lombardo
Lorenzo Lombardo

In merito alla deposizione del tenente colonnello, Valerio Palmieri, dal consigliere comunale Lorenzo Lombardo riceviamo e integralmente pubblichiamo:

“Illustre direttore,

chiedo a Lei e alla sua testata di ospitare questa lettera di chiarimento a fronte del contenuto dell’articolo riferito al processo Rinascita Scott pubblicato stamani. Non riesco a soprassedere questa volta, non posso far finta di nulla, lasciando che la gente dimentichi quanto emerso in questo articolo. Il problema è più ampio, sono io che non riuscirei a dimenticare. Premetto che è traumatico, per il sottoscritto, ritrovarsi citato, con tanto di foto, in un resoconto di cronaca giudiziario. Non contesto il diritto di cronaca, né la correttezza dell’esposizione dei fatti, tanto del testimone di polizia giudiziaria citato quanto del giornalista, contesto, invece, con tutta la mia forza “i fatti”, soprattutto nei termini in cui l’opinione pubblica possa recepirli. Non è mai banale sottolineare, per un esponente politico e un imprenditore come me, la distanza dalla ‘ndrangheta, intesa come organizzazione e come cultura, e dai suoi uomini, ma non mi limiterò solo a questo.
Nell’articolo in questione si fa riferimento ad una intercettazione nella quale Antonio Vacatello e Giuseppe Accorinti, imputati per reati gravissimi nel maxiprocesso, si interessano di appalti pubblici, citando il nome di tale «Lorenzo, l’assessore», che ovviamente, visto il periodo dell’intercettazione (gennaio 2017) sono io. Bene, nella mia vita, giuro su quanto ho di più caro, non ho mai conosciuto Giuseppe Accorinti, mai incontrato, mai parlato al telefono o in qualsiasi altro luogo, mai visto neppure di persona. Conosco il suo volto esclusivamente dalle cronache giornalistiche. Conosco Antonio Vacatello, perché è di Vibo Marina, la frazione nella quale io sono cresciuto. È una persona che non ho mai frequentato, con la quale non ho mai avuto alcun contatto, e dal quale – alla luce dei suoi noti e già antecedenti problemi giudiziari – ho sempre preso le distanze (espressione retorica, perché le distanze si prendono da coloro ai quali si è vicini ed io, a questa persona, come a tutti coloro la cui immagine pubblica non è specchiata, mai sono stato vicino, mai). Escludo nella maniera più categorica, senza sé e senza ma, di aver mai colloquiato con lui. Mai alcun colloquio, figurarsi uno avente ad oggetto lavori pubblici!
Tra l’altro ci tengo a sottolineare che i lavori oggetto dell’intercettazione, riguardavano la riqualificazione del Pennello che al mio ingresso in giunta risalente a maggio/giugno 2016 risultavano già essere appaltati e che naturalmente ho seguito mattina e sera perché alto era l’interesse affinché a quella zona fosse restituita la dignità che meritava e al lavoro del campo sportivo, che non so quale possa essere dal momento che il Comune, e di conseguenza il sottoscritto, non ha mai seguito lavori che riguardassero un campo di calcio, lavori tra l’altro effettuati da un associazione  sportiva e finanziato da privati.
Vivo con grandissima sofferenza questa situazione. Ho sempre avuto consapevolezza che, soprattutto quando si tratta di legalità e di rapporti tra politica e mafia, sia necessario non solo essere ma anche apparire. In tutti questi anni, io “sono stato” e “sono”, senza fatica alcuna, mentre apparire (che significa non solo e banalmente evitare certe frequentazioni, ma anche stare attento a tutto, a chi vedi, a dove vai, con chi parli) è un po’ più faticoso. Ma alla fine, purtroppo, anche questo si è rivelato inutile, perché oggi basta che due persone parlino di te o facciano riferimento a te in una clamorosa millanteria, tanto ad arrivare a chiamarmi per nome quasi a dimostrare chissà quale confidenza e che poi quella conversazione finisca in un fascicolo giudiziarioper ritrovarti con la foto su internet, per sempre, mentre l’opinione pubblica penserà che io possa essere persona contigua o compiacente con mafiosi con i quali mai ho avuto a che fare, mai, mai, mai.
Vivo questa situazione con una sofferenza inimmaginabile, perché è una ingiustizia enorme, una macchia sulla mia pelle. Mi chiedo cosa possano pensare i miei genitori, che mi hanno educato in un certo modo e rappresentano per me un esempio di moralità che rifiuta e condanna ogni forma di illegalità e di mafia. Penso ai miei figli, che possono leggere su internet queste cose e chiedermi spiegazioni.
Penso ai miei amici che conoscendomi sanno quanto possa essere distante da certe situazioni ma che inevitabilmente, potrebbero chiedersi chi io sia realmente e penso soprattutto a chi in questi anni mi ha votato, dandomi piena fiducia, credendo di votare una persona capace ma soprattutto onesta.La ringrazio, direttore, per l’ospitalità che vorrà concedermi“.

Sin qui le considerazioni del consigliere comunale Lorenzo Lombardo che abbiamo riportato integralmente. Per parte nostra ci limitiamo a far osservare di non aver espresso alcun giudizio sui fatti riportati (non spetta a noi, ma al Tribunale), ma di esserci limitati alla cronaca fedele (che si potrà facilmente verificare dalle trascrizioni delle udienze in questione) della deposizione dell’investigatore Valerio Palmieri resa in pubblica udienza dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Riteniamo di aver fornito notizie di rilevante interesse pubblico. Quanto alla foto, la stessa è semplicemente dovuta al ruolo pubblico che riveste qualunque consigliere comunale ed assessore.

LEGGI ANCHE: Rinascita Scott, Palmieri in aula: «Vicinanza fra Vacatello e amministratori del Comune di Vibo»

Articoli correlati

top
preload imagepreload image