domenica,Maggio 5 2024

Rinascita Scott: l’imprenditore vibonese Maurizio Artusa ai domiciliari

Il Tribunale collegiale accoglie un’istanza dei difensori e l’imputato lascia il carcere

Rinascita Scott: l’imprenditore vibonese Maurizio Artusa ai domiciliari
Maurizio Umberto Artusa

Lascia il carcere per gli arresti domiciliari l’imprenditore vibonese Umberto Maurizio Artusa, di 54 anni. La decisione è del Tribunale collegiale di Vibo Valentia (presidente Brigida Cavasino, a latere i giudici Germana Radice e Claudia Caputo) in accoglimento di un’istanza presentata in udienza dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Francesco Muzzopappa. Sebbene i giudici rilevino un quadro di compatibilità delle condizioni di salute con il regime carcerario, nondimeno dallo stesso elaborato peritale e da tutta la documentazione sanitaria presente in atti si evince inequivocabilmente un quadro clinico severo e ciò si riverbera sulle esigenze cautelari e, segnatamente, sul pericolo di recidivanza, comportandone un affievolimento. Da qui la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari. Maurizio Umberto Artusa è imputato – unitamente al fratello Mario che aveva ottenuto i domiciliari per motivi di salute nell’ottobre 2020 – nel processo Rinascita Scott di essere partecipe del gruppo diretto da Luigi Mancuso.

I fratelli Artusa sono ritenuti due figure centrali dell’intera inchiesta. Sono accusati del reato di associazione mafiosa e altri reati come estorsione,intestazione fittizia di beni e turbata libertà degli incanti. In particolare, quali reali ed effettivi amministratori e gestori della società “Ottantasei srl”, con sede legale a Vibo Valentia su Corso Vittorio Emanuele III nr 23, sono accusati di aver reimpiegato denaro del clan Mancuso nell’attività societaria, offrendo abbigliamento a prezzi fortemente scontati, nonché collaborando nella gestione di attività estorsive e nella trasmissione di “imbasciate”, consapevoli “del ruolo svolto sul territorio dalla consorteria e dai suoi associati”, instaurando con l’una e con gli altri un rapporto di reciproci vantaggi, sfruttando la forza di intimidazione della cosca nei rapporti commerciali ed economici con i propri interlocutori.

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