Vincenzo Chindamo: «Mia madre spirata con un peso troppo grande nel cuore»
Il ricordo di Pina De Francia, la coraggiosa mamma di Maria Chindamo morta nella vigilia di Natale. La sua vana battaglia per avere giustizia e il corpo della figlia Maria scomparsa nel 2016
«Bella mia, gioia mia. Se n’è andata con un peso nel cuore e per noi non poterlo alleviare in alcun modo, ha reso questo dolore, il dolore della sua morte, ancor più grande». Vincenzo Chindamo è rimasto fino all’ultimo istante accanto alla mamma Pina. È spirata alla vigilia di un triste Natale, all’ospedale di Vibo Valentia, dopo un calvario iniziato per quello che inizialmente sembrava un infortunio banale, poi proseguito all’ospedale di Polistena. «Se ne è andata con uno squarcio nel cuore, pensate quanto immenso sia stato il tormento di una mamma che ha speso gli ultimi momenti della sua vita terrena nella speranza di riavere ciò che resta del corpo di una figlia che le è stata strappata via, rapita e poi uccisa chissà come e chissà dove», dice ancora Vincenzo con la voce spezzata dall’emozione. Dal 6 maggio del 2016, quando la sua Maria sparì dalla sua azienda agricola di Limbadi, Pina De Francia, una vita dedicata all’insegnamento e alla famiglia, intraprese, assieme al figlio ed ai suoi nipoti, una strenua battaglia per conoscere la verità sulla fine di quella figlia così bella e forte. [Continua in basso]
L’ha fatto con una straordinaria dignità e con coraggio, anche accettando di parlare ai media e rivolgendo il suo appello, al contempo composto e straziante, a coloro che potevano aiutarla: la magistratura e le forze dell’ordine, chiamate ad individuare mandanti ed esecutori materiali di un caso di lupara bianca ancora irrisolto, a quanti hanno visto o sanno e continuano a nascondersi nel silenzio. «Chiedeva giustizia mia mamma, ma chiedeva anche una tomba sulla quale poter piangere sua figlia», continua Vincenzo, capace, come lei, di trovare nella sofferenza la forza per andare avanti, impegnandosi nell’associazionismo antimafia e nel sostegno a tutte le famiglie delle persone scomparse riunite dall’associazione Penelope. «Si è spenta una grande donna, una grande mamma, una grande nonna – dice Vincenzo – che lascia un grande esempio, soprattutto per quanti hanno subito un dramma familiare analogo al nostro. Ha vissuto sino alla fine il dolore in tutta la sua forza e l’ha fatto con una compostezza, con un rispetto verso le istituzioni e con un amore verso le persone care delle quali ha continuato a prendersi cura, iniziando dai propri nipoti, che sono stati davvero esemplari. Noi andremo avanti nella nostra battaglia. Lo faremo perché Maria lo meritava, ma lo faremo anche per lei, per mia madre, che adesso ci guarda da lassù ed il cui esempio sopravvive alla sua morte terrena».
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