lunedì,Maggio 13 2024

Demolita il Chiosco Azzurro, Falvo: «Simbolo dello scempio ambientale» – Video

Il blitz è scattato all'alba. Ad assistere alle operazioni di abbattimento della storica Capannina le massime autorità del territorio

Demolita il Chiosco Azzurro, Falvo: «Simbolo dello scempio ambientale» – Video
Ruspe in azione per abbattere la Capannina a Vibo Marina

Le ruspe sono entrate in azione all’alba. Un vero  e proprio blitz per abbattere un manufatto abusivo, lo storico Chiosco Azzurro di Vibo Marina del già testimone di giustizia Giuseppe Francolino. Già a maggio del 2021 le ruspe avevano tentato ad abbattere la Capannina: «Finalmente siamo riusciti a portare a termine l’iter amministrativo e abbiamo potuto procedere alla demolizione del simbolo dello scempio ambientale di Vibo Marina – ha affermato il procuratore Camillo Falvo -. Un manufatto – ha aggiunto – che deturpava questo incantevole specchio d’acqua oltre a creare pericolo perché pericolante». Nonostante il cordone di forze dell’ordine che sin dall’alba ha circoscritto la zona, questa mattina il vice sindaco Pasquale Scalamogna è stato aggredito dal proprietario dell’immobile. L’uomo è stato immobilizzato e trasportato in Questura, mentre l’assessore con delega all’urbanistica è dovuto ricorrere alle cure mediche. [Continua in basso]

Nonostante l’incidente, le operazioni sono proseguite regolarmente. In mattinata sono giunte le massime autorità del Vibonese: dal prefetto al questore, dal procuratore al sindaco di Vibo con la giunta al completo. «La demolizione del manufatto abusivo rappresenta la riaffermazione della legalità sul territorio», ha dichiarato il primo cittadino Maria Limardo che ha manifestato «massima solidarietà e affetto al vicesindaco che è stato brutalmente aggredito proprio durante l’esecuzione dei lavori di demolizione». Dal canto suo il prefetto Roberta Lulli ha sottolineato l’importanza di avere abbattuto il manufatto abusivo: «Legalità e bellezza – ha detto – tornano ad appropriarsi del territorio». 

Ad assistere impotente alle operazioni di demolizione la moglie di Francolino. Disperata per avere perso l’unica fonte di sostentamento per la sua famiglia: «Dentro c’erano i frigoriferi, le bibite, i documenti, c’era tutto e adesso non abbiamo più niente. Ora – ha detto rivolgendosi al sindaco – come facciamo a sostenere i nostri due figli minorenni?».

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