giovedì,Marzo 28 2024

Narcotraffico a Messina: pene per oltre 140 anni, condannati pure quattro vibonesi

Fra gli imputati alcuni giovani di Serra San Bruno, Stefanaconi e Sorianello. L’operazione Broker è scattata nel luglio scorso coinvolgendo anche esponenti dei Nirta di San Luca, congiunti di soggetti coinvolti nella strage di Duisburg

Narcotraffico a Messina: pene per oltre 140 anni, condannati pure quattro vibonesi

Sentenza del gup distrettuale di Messina per il troncone in abbreviato dell’operazione Broker scattata nel luglio scorso fra la Calabria e la Sicilia contro il narcotraffico. Fra gli imputati ci sono anche quattro vibonesi. Questa la sentenza: 5 anni di reclusione e 24mila euro di multa per Gregorio Lucio Vaianella, 24 anni, di Stefanaconi; 5 anni di reclusione e 24mila euro di multa per Francesco Leandro, 23 anni, di Serra San Bruno; 4 anni e 6 mesi e 24mila euro di multa per Francesco Nesci, 22 anni, di Sorianello; 5 anni di reclusione e 24mila euro di melta per Gregorio Tassone, 31 anni, di Serra San Bruno. Nei confronti di Gregorio Vaianella – difeso dall’avvocato Michelangelo Miceli – è caduta l’accusa legata al reato associativo finalizzato al narcotraffico così come per gli altri tre vibonesi (assolti per non aver commesso il fatto) che sono stati condannati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le condanne sono scontate di un terzo per via della scelta del rito alternativo. Francesco Leandro, Gregorio Tassone e Gregorio Vaianella sono stati dichiarati anche interdetti in perpetuo dai pubblici uffici. Per Francesco Nesci, invece, l’interdizione è per la durata di cinque anni. [Continua in basso]

Queste le altre condanne: 20 anni di reclusione per Giuseppe Mazzeo, di 51 anni, di Messina; 18 anni e 4 mesi Giuseppe Castorino, di 31 anni, di Messina; 17 anni e 8 mesi per Graziano Castorino, di 49 anni, di Messina; 17 anni e 8 mesi per Maurizio Savoca, di 53 anni; 10 anni e 8 mesi per Rosario Abate, 36 anni, di Messina; 11 anni e 2 mesi per Carmelo Barile, di 37 anni, di Messina; 4 anni e 6 mesi per Cettina Mazzeo, di 26 anni, di Messina; 9 anni e 2 mesi per Maria Minutoli, 58 anni; 15 anni per Paolo Nirta, di 45 anni, di San Luca.

L’indagine

L’inchiesta è scaturita dagli esiti di complesse e articolate indagini sviluppate dal Nucleo Investigativo del comando provinciale di Messina dal febbraio 2021, a seguito delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ha parlato del coinvolgimento di uno dei principali odierni indagati quale promotore di una strutturata associazione finalizzata al traffico dello stupefacente operante principalmente nella zona sud della città di Messina.
La cocaina veniva spacciata al dettaglio nello stesso capoluogo di provincia, ma anche nel comune di Tortorici. Emersi collegamenti pure con il clan Nirta di San Luca. Nello specifico Paolo Nirta è figlio di Giuseppe Nirta (cl. ’40), detenuto all’ergastolo per le vicende inerenti la c.d. faida di San Luca, nonché fratello di Sebastiano Nirta cl.71 e Francesco Nirta cl.74, entrambi detenuti all’ergastolo per il loro coinvolgimento nella c.d. strage di Duisburg, avvenuta in Germania il 15 agosto 2007 in cui vennero uccisi sei soggetti di origine calabrese, alcuni dei quali ritenuti esponenti della cosca rivale PelleVottari.

Il fornitore di sostanza stupefacente, a sua volta, si avvaleva di un’articolata rete di corrieri, tutti residenti in provincia di Vibo Valentia alcuni dei quali incensurati, che si occupavano della consegna dello stupefacente “a domicilio” fino alla città di Messina.
Particolarmente ingegnose erano le modalità di trasporto dello stupefacente dalla Calabria a Messina in quanto, per sfuggire a eventuali controlli, in particolare ai frequenti controlli presso l’area cd. “imbarcaderi” dei traghetti in arrivo a Messina, gli indagati utilizzavano autovetture modificate in alcune parti della carrozzeria, per ricavarne appositi nascondigli (doppi fondi) ove occultare la sostanza illecitamente trasportata.
Inoltre, a dimostrazione dell’efficienza della compagine criminale investigata, è stato documentato come il fornitore calabrese avesse collaborato alla realizzazione del programma criminoso fornendo all’associazione messinese telefoni riservati alle comunicazioni dedicate all’attività illecita.

Nel corso delle indagini sono state documentate varie forniture di sostanze stupefacente dalla Calabria alla Sicilia, con il rinvenimento e sequestro – in una circostanza quale riscontro dell’inchiesta – di tre chilogrammi di cocaina, accertando come l’illecita attività di traffico di stupefacenti fosse florida e in grado di assicurare il continuo afflusso di sostanza sul mercato cittadino.

Francesco Nesci di Sorianello è il fratello di Giovanni Nesci, 26 anni, nel giugno scorso condannato dalla Corte d’Assise di Roma a 18 anni di reclusione per l’omicidio di Fabio Catapano, il 48enne ucciso il 17 luglio 2020 dinanzi al cancello di casa a Castel di Leva, nell’agro romano (LEGGI QUI: Uccise a Roma il vicino di casa: condannato a 18 anni giovane di Sorianello)

LEGGI ANCHE: Truffa sui lavori del nuovo Tribunale di Vibo: la Procura chiude l’inchiesta per tre indagati

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