domenica,Maggio 5 2024

Tentata estorsione a Mileto: ci sono altri due indagati, uno si è costituito

Contestato il concorso in estorsione insieme a Gaetano Zupo e in un caso anche il reato di favoreggiamento personale. Ecco tutte le accuse

Tentata estorsione a Mileto: ci sono altri due indagati, uno si è costituito
Il furgone bruciato a San Giovanni di Mileto e nel riquadro Gaetano Zupo

Ci sono altri due indagati nell’inchiesta dei carabinieri – coordinati dal pm della Procura di Vibo Valentia Ciro Luca Lotoro – che ha portato in carcere Gaetano Zupo, 39 anni, di San Giovanni di Mileto, accusato di tentata estorsione ai danni di una ditta impegnata in alcuni lavori pubblici. In concorso con Gaetano Zupo è indagato per tentata estorsione Domenico Lo Schiavo, 32 anni, di San Giovanni di Mileto, anche lui destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere e che si è costituito ieri in carcere. A piede libero per il reato di favoreggiamento personale è invece indagato Giuseppe Palmieri, 52 anni, di San Giovanni di Mileto, suocero di Gaetano Zupo. [Continua in basso]

Le accuse

Gaetano Zupo

Gaetano Zupo e Domenico Lo Schiavo sono accusati di tentata estorsione poiché avrebbero posto in essere minacce nei confronti dei responsabili della ditta “Nice”, titolare dell’appalto per il rifacimento della rete fognaria e la messa in sicurezza del manto stradale nella frazione San Giovanni di Mileto, in considerazione dell’ubicazione del cantiere in una zona sottoposta “al loro controllo”. Per raggiungere il loro scopo e cercare di convincere il titolare della ditta a consegnare loro una somma pari al 3% del valore dell’appalto, Zupo e Lo Schiavo avrebbero appiccato il fuoco al furgone Iveco Daily con all’interno l’attrezzatura da cantiere (cisterne di gasolio, gruppi elettrogeni ecc.), di proprietà della ditta “Nice”, che stava eseguendo alcuni lavori alla rete fognaria sul territorio di San Giovanni di Mileto, provocando un incendio. Le fiamme provocavano danni all’abitazione di due donne del luogo posta nelle vicinanze del furgone incendiato. Da qui per Zupo e Lo Schiavo anche l’accusa di danneggiamento seguito da incendio datato 7 febbraio

Il reato di favoreggiamento

Giuseppe Palmieri è invece accusato del reato di favoreggiamento personale in quanto avrebbe aiutato Gaetano Zupo e Domenico Lo Schiavo “ad eludere le indagini della polizia giudiziaria tese a ricostruire la dinamica degli eventi in quanto, pur a conoscenza dell’identità dei soggetti che tentavano di estorcere alle persone offese la somma pari al 3% del valore dell’appalto attribuito alla ditta Nice e che, successivamente appiccavano il fuoco al furgone, escusso a sommarie informazioni il 16 febbraio scorso rendeva dichiarazioni mendaci od omissive”.
Gaetano Zupo è fratello di Antonino Zupo, il presunto sodale del boss Bruno Emanuele, freddato in un agguato in contrada Comunella di Gerocarne il 22 settembre 2012. 

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