Imponimento: Cassazione annulla con rinvio sequestro beni ad imprenditore Facciolo
Sulla vicenda dovrà pronunciarsi nuovamente il Tribunale del Riesame di Catanzaro

La Corte di Cassazione ha annullato, disponendo un nuovo giudizio da parte del Tribunale del Riesame, il sequestro di tutte le attività imprenditoriali riconducibili a Antonio Facciolo, 64 anni, imprenditore vibonese imputato nel processo Imponimento, difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio del Foro di Vibo Valentia. Si tratta del secondo annullamento del provvedimento di sequestro disposto dalla Suprema Corte in accoglimento di altrettanti ricorsi difensivi, dopo un primo intervenuto di analogo tenore intervenuto nel mese di luglio 2022. Secondo gli investigatori, le imprese di Facciolo sarebbero da ritenersi asservite all’organizzazione criminale Anello-Fruci di Filadelfia ed Acconia di Curinga, tanto da rendersi necessario il loro sequestro per evitare la commissione di nuovi reati. Il precedente annullamento della Suprema Corte aveva tuttavia sconfessato questa ricostruzione e questo sotto un duplice profilo. In primo luogo era stato censurato il sequestro per sproporzionatezza, essendo stato documentata dalla difesa l’esistenza di una situazione reddituale largamente positiva e l’assoluta liceità della gestione imprenditoriale del Facciolo. Ma soprattutto era stato annullato il sequestro finalizzato alla confisca di imprese mafiose e questo in accoglimento dei rilievi difensivi che, facendo leva sul mancato coinvolgimento delle imprese di Antonio Facciolo in vicende delittuose, avevano rilevato l’impossibilità di poterlo ritenere un imprenditore mafioso. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, tuttavia, aveva ribadito, pur a fronte di un simile annullamento, il vincolo sui beni di Facciolo Antonio. Da qui un nuovo ricorso alla Corte di legittimità, redatto dagli avvocati Giovanni Vecchio e Bruno Vallelunga, nel quale si censurava il mancato adeguamento dei giudici catanzaresi al principio di diritto affermato dalla Suprema Corte nella precedente sentenza di annullamento. Alle richieste difensive si era associato – alla stregua di quanto avvenuto anche nel primo ricorso – anche la Procura generale della Cassazione, evidenziando l’elusione di un preciso onere motivazionale in cui sarebbero incorsi i giudici di merito. La Cassazione ha così accolto il ricorso difensivo disponendo un nuovo giudizio (il terzo in questa vicenda) da parte del Tribunale del Riesame di Catanzaro.
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