sabato,Dicembre 14 2024

Estorsione a Tropea con l’Affittacamere, lascia i domiciliari Maria Rosa Pesce

La persona offesa si sarebbe rivolta agli Accorinti di Zungri e nella vicenda sarebbe poi intervenuto Luigi Mancuso

Estorsione a Tropea con l’Affittacamere, lascia i domiciliari Maria Rosa Pesce

Lascia i domiciliari per l’obbligo di dimora nel comune di residenza Maria Rosa Pesce (cl ’53) nativa di Rosarno ma residente a Tropea. La donna – difesa dagli avvocati Giovanni Vecchio e Michele Novella – dovrà presentarsi tre volte a settimana alla polizia giudiziaria per la firma. Nell’ambito dell’inchiesta Maestrale-Cathago è accusata di tentata estorsione in quanto avrebbe evocato la cosca Pesce di Rosarno rivolgendo alla persona offesa Nazzareno Cichello frasi dal tenore minaccioso (“ti sciolgo nell’acido”), compiendo atti diretti ad ottenere coattivamente da Cichello l’intero adempimento (consistente nel pagamento della complessiva somma di 23mila euro di cui la parte offesa aveva al momento del fatto versato 10mila euro) del contratto di affitto relativo all’immobile sito a Tropea, vicolo Saiace, destinato ad uso affittacamere denominato  “Residenza Donna Peppina” – pur non essendo di fatto proprietaria di tutte le cinque camere di cui l’immobile era composto, ma solo da due di esse – procurandosi così un ingiusto profitto, non riuscendo nell’intento per la contraria volontà della persona offesa, la quale cercava protezione prima rivolgendosi ad Angelo Accorinti e Pietro Accorinti, e poi, dopo che questi avevano sollevato la questione dinanzi ai Pesce, evocando la competenza della propria articolazione territoriale. La questione è stata posta all’attenzione del boss di Limbadi Luigi Mancuso.

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