Lavoro sulle navi in cambio di soldi, lo Slai Cobas si dissocia e annuncia querela – VIDEO
Il sindacato prende le distanze dall’uomo che, a Pizzo, si faceva pagare fino a 650 euro per un posto di lavoro su una nave, smascherato da Rai 3. Tre anni fa Furciniti era già stato segnalato alla segreteria provinciale che aveva però sottovalutato la denuncia
Utilizzava il nome dello Slai Cobas, ma Carmelo Furciniti con quel sindacato non aveva nulla a che fare. Di sicuro non più dopo che il finto sindacalista che chiedeva fino a 650 euro per un posto di lavoro da marittimo, è stato smascherato dalle telecamere di Mi manda Rai Tre.
Questa mattina, in conferenza stampa la difesa del sindacato guidato da Nazzareno Piperno, travolto da quanto rivelato dall’inchiesta televisiva, e accompagnato dall’avvocato Francesco Mobilio.
Pizzo, posti di lavoro sulle navi in cambio di denaro – VIDEO
«Agiremo per tutelarci e chiarire l’estraneità dello Slai Cobas di fronte a tale abuso. L’unico soggetto incaricato a firmare, a dare autorizzazioni, è il coordinatore qui presente, che al momento è parte lesa», ha detto Mobilio. «Questa persona, come comunicato anche dalla direzione nazionale, non è mai stato iscritto al sindacato, e la sua sede non è regolare», pertanto si procederà con denunce a più livelli.
Piperno è voluto intervenire, chiarendo la situazione e svelando alcuni particolari. «Nove anni fa lo abbiamo conosciuto, qui in sede. Successivamente, 3 anni fa, mi arrivò una telefonata nella quale veniva segnalato un uso improprio del nome del sindacato, con carte intestate, timbri e targhetta. Abbiamo invitato a fare una denuncia alle autorità, ma non c’è stato riscontro – ha detto Piperno – Abbiamo sottovalutato questa telefonata – ha ammesso -, e certamente faremo autocritica. Siamo assolutamente scioccati per quanto successo. Persone come queste vanno smascherate, perché sono sciacalli».
Non ci sono marittimi tra le fila dello Slai Cobas, le cui sedi sono esclusivamente quelle di Vibo e Serra San Bruno, ha tenuto a specificare il sindacalista. Non finisce qui, hanno poi assicurato Piperno e Mobilio, perché l’intenzione è quella di procedere per vie legali.