Maestrale-Carthago: il Riesame annulla 7 misure per indagati del Vibonese
Ancora decisioni del Tdl di Catanzaro che si è pronunciato su alcuni ricorsi dei difensori
Ancora decisioni del Tribunale del Riesame nell’ambito del secondo troncone dell’operazione antimafia Maestrale-Carthago. Lascia gli arresti domiciliari, e viene annullata la misura cautelare, Gaetano Pochiero, 59 anni, di Vibo Valentia, difeso dall’avvocato Giuseppe Orecchio. E’ accusato del reato di aver favorito la latitanza di Antonio Carà di Filandari (cognato del boss Giuseppe Accorinti di Zungri), resosi irreperibile nell’anno 2018 all’ordine di carcerazione emesso dalla Procura dei Minori di Catanzaro. Lascia gli arresti domiciliari anche Nazzareno Cichello, 63 anni, di Zungri, in accoglimento di un ricorso degli avvocati Giuseppe Spinelli e Antonio Furchì. E’ indagato per concorso in violenza privata, con l’aggravante mafiosa, per delle frasi minacciose che avrebbe rivolto ad una dottoressa dell’Asp di Vibo su mandato del boss di Zungri Giuseppe Accorinti. Arresti domiciliari al posto del carcere per Domenico Cichello, 51 anni, di Filandari, in accoglimento di un ricorso degli avvocati Luca Cianferoni, Piero Chiodo e Mara Campagnolo. Domenico Cichello è indagato per alcune estorsioni ai danni di imprenditori del Vibonese. Domenico Cichello è imputato anche nel maxiprocesso Rinascita Scott e nei suoi confronti la Dda di Catanzaro ha chiesto la condanna a 20 anni di reclusione. Il Tribunale del Riesame ha poi annullato l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del boss Rocco Anello, 62 anni, di Filadelfia, che tuttavia non lascerà il carcere in quanto detenuto per l’operazione Imponimento. E’ difeso dagli avvocati Sergio Rotundo, Maria Antonietta Iorfida e Alice Massara. Annullata poi l’ordinanza di custodia cautelare in carcere – in accoglimento di un ricorso degli stessi legali – per Antonio Prostamo, 34 anni, di Mileto, e Giuseppe Prostamo, 38 anni, alias “Ciopane”, entrambi di San Givanni di Mileto. Infine, il Tribunale del Riesame, in accoglimento di un ricorso degli avvocati Tony Crudo ed Enzo Trungadi, ha annullato gli arresti domiciliari nei confronti di Raffaele Corigliano, 23 anni, accusato di detenzione illegale di armi comuni da sparo e armi clandestine rinvenute dalle forze dell’ordine nel corso di una perquisizione del 10 aprile 2019. I giudici del Riesame hanno ritenuto fondato il ricorso in quanto all’epoca del rinvenimento, la detenzione delle medesime armi è stata contestata solo al padre di Raffaele Corigliano, mentre i dialoghi captati sull’utenza di Rocco Ascone di Limbadi (che propone a Raffaele Corigliano l’acquisto di un’arma calibro 12) fanno riferimento ad altre armi diverse da quelle indicate nel capo di imputazione contestato a Raffaele Corigliano.
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