Droga tra Calabria e Sicilia, lascia il carcere giovane di Mongiana
Il Tribunale del Riesame lo pone agli arresti domiciliari con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico
Il Tribunale del Riesame di Messina ha disposto la sostituzione della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari nei confronti di Bruno Emanuele, 24 anni, di Mongiana, coinvolto nell’operazione antidroga scattata agli inizi di ottobre e firmata dal gip di Messina Tiziana Leanza. Il Tribunale del Riesame ha accolto parzialmente i motivi presentati dall’avvocato Alberto Schepis del Foro di Reggio Calabria il quale ha altresì depositato una memoria difensiva eccependo l’inadeguatezza della misura cautelare. Bruno Emanuele ha dunque lasciato il carcere in attesa dell’applicazione del braccialetto elettronico quale strumento di controllo a tutela delle esigenze cautelari. Il Tribunale si è riservato 45 giorni per le motivazioni della decisione. L’inchiesta della Guardia di finanza, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, mira a far luce sui rifornimenti in Calabria e lo spaccio lungo i paesi dei Nebrodi con base operativa i centri di Sant’Angelo di Brolo e Raccuja.
LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta: estorsioni a Vibo da parte dei clan, al via il processo
Vibo Valentia, inchiesta sui rifiuti in città: partito il processo
Operazione Eureka, lascia il carcere 38enne di Santa Domenica di Ricadi