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“Rinascita Scott 3”: ‘ndrangheta dal Vibonese all’Ungheria, in 17 rinviati a giudizio

Quattro invece optano per il rito abbreviato mentre altrettante posizioni sono state stralciate. L’operazione denominata anche Assocompari” è stata coordinata dalla Dda di Catanzaro con il supporto dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Vibo

“Rinascita Scott 3”: ‘ndrangheta dal Vibonese all’Ungheria, in 17 rinviati a giudizio
La conferenza stampa del gennaio scorso quando scattò l'operazione Rinascita Scott 3
Giuseppe Fortuna (cl ’77)

In quattro optano per il rito abbreviato, mentre altri 17 imputati sono stati rinviati a giudizio dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia e il processo per loro inizierà il 13 marzo del prossimo anno. Questo l’esito dell’udienza preliminare per l’inchiesta antimafia denominata “Rinascita Scott 3-Assocompari” contro il clan Bonavota di Sant’Onofrio. Il giudizio con rito abbreviato (che comporta un processo a porte chiuse, allo stato degli atti ed in caso di condanna uno sconto di pena pari ad un terzo) è stato chiesto da: Vincenzo Barba, 72 anni, di Filogaso (difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo); Giuseppina De Luca, 55 anni, di Vibo Valentia (avvocato Giosuè Monardo); Giuseppe Fortuna, 46 anni, di Filogaso, e Giuseppe Fortuna, 60 anni, detto Pino, di Vibo Valentia (avvocati Sergio Rotundo e Tiziana Barillaro). Stralciate invece le posizioni di: Erika Ventrice, 35 anni, di Vibo Valentia; Basilio Caparrotta, 62 anni di Sant’Onofrio; Saverio Boragina, 71 anni, di Francavilla Angitola; Giovanni Barone, 54 anni, di Roma. In particolare per quest’ultimo il gup ha ordinato la trasmissione degli atti alla Procura non essendogli mai stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e la richiesta di rinvio a giudizio è stata quindi avanzata in violazione del diritto di difesa. Rinviati a giudizio dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia (prima udienza il 13 marzo) i seguenti imputati: Loris Junior Aracri, 33 anni, di Pizzo; Raffaele Arone, 48 anni, nativo di Carmagnola, residente a Sommariva del Bosco (Cn); Basilio Caparrotta, 52 anni, di Sant’Onofrio; Gerardo Caparrotta, 54 anni, di Sant’Onofrio; Francesco Caridà, 55 anni, di Pizzo; Gianluigi Cecchi, 51 anni di Milano; Domenico Cichello, 43 anni, nativo di Vibo Valentia, ma residente a Varedo (MB); Anna Maria Durante, 48 anni, di Vibo Valentia, ma residente a Milano; Danilo Fiumara, 54 anni, di Francavilla Angitola; Luigi Fortuna, alias “Mastro Gino”, 57 anni, di Ionadi; Gaetano Loschiavo, 35 anni, di Sant’Onofrio; Francesco Santaguida, 45 anni, di Sant’Onofrio, residente a Torino; Antonella Silvia Serrao, 59 anni, nata a Francavilla Angitola, residente a Pizzo; Fabrizio Solimeno, 33 anni, di Torino; Marilena Ventrice, 34 anni, nativa di Soriano Calabro; Michele Vitale, 44 anni, di Chieri, residente ad Andezeno; Sona Vesholli 30 anni, albanese, residente a Torino. Parti civili nel processo la Presidenza del Consiglio dei ministri, l’Antiracket, la Regione Calabria, la Provincia di Vibo Valentia, il Comune di Vibo Valentia, il Comune di Pizzo ed il Comune di Sant’Onofrio.

Danilo Fiumara

L’operazione scattata nel gennaio dello scorso anno costituisce la prosecuzione dell’indagine Rinascita Scott eseguita il 19 dicembre 2019 dai carabinieri. Fra i coinvolti nella nuova inchiesta, Basilio Caparrotta, 62 anni, di Sant’Onofrio (già nell’operazione Columbus contro il narcotraffico internazionale) e Gerardo Caparrotta, 54 anni, di Sant’Onofrio (già condannato a 4 anni in primo grado nell’operazione Petrol Mafie). Giuseppe Fortuna (cl ’77) è stato invece condannato in Rinascita Scott a 17 anni di reclusione, mentre per Giuseppe Fortuna (cl ’63) la condanna – sempre in Rinascita Scott – è stata di 4 anni e 6 mesi. L’indagine – corroborata da intercettazioni e da diversi collaboratori di giustizia – avrebbe documentato l’appartenenza al clan di Sant’Onofrio di quattro soggetti uno dei quali, per agevolare le attività di riciclaggio in favore della cosca, avrebbe costituito una serie di società di diritto italiano, ungherese e cipriota, fittiziamente intestate a terzi soggetti.   Sono state anche ricostruite le dinamiche sottese ad una truffa, consumata nel 2017, ai danni di investitori omaniti che avevano versato la somma di un milione di euro dietro la promessa di ottenere il 30% delle quote di una società cui era riconducibile un compendio immobiliare a Budapest; è stato poi eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni e società per un valore di circa 3 milioni di euro. L’indagine – sviluppata in un articolato contesto di cooperazione internazionale di polizia giudiziaria con autorità ungheresi, cipriote, francesi, danesi e britanniche e il coordinamento di Eurojust – si è avvalsa anche della collaborazione dell’Unità di informazione finanziaria (UIF) della Banca d’Italia. Nel collegio di difesa figurano gli avvocati: Giosuè Monardo, Giuseppe Di Renzo, Walter Franzè, Francesco Calabrese, Michelangelo Miceli, Leopoldo Marchese, Diego Brancia, Sergio Rotundo, Vincenzo Gennaro, Tiziana Barillaro, Nazzareno Latassa, Giuseppe Barbuto, Marco Rigamonti, Angela La Gamma, Raffaele Carullo, Cristian Scaramozzino, Francesco Fabbri, Marcello Scarmato, Matteo Montaruli, Mario Iavicoli, Giuseppe Torchia, Salvatore Pronestì, Flavio Campagna, Simone Balsamo.

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