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“Assocompari”, due condanne e tre assoluzioni con rito abbreviato

Il giudice accoglie le richieste della Dda di Catanzaro nell’inchiesta - denominata anche Rinascita Scott 3 - che fa luce sulle attività di riciclaggio in favore del clan Bonavota

“Assocompari”, due condanne e tre assoluzioni con rito abbreviato
Giuseppe Fortuna (cl ’77)

Sentenza con rito abbreviato da parte del gip distrettuale di Catanzaro, Sara Merlini, nel processo nato dall’operazione della Dda denominata “Rinascita Scott 3-Assocompari”. Giuseppe Fortuna, detto “Peppe”, 46 anni, di Filogaso è stato condannato a 5 anni di reclusione (così come chiesto dalla Dda), 10mila euro di multa, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e legale per la durata della pena (avvocati Sergio Rotundo e Tiziana Barillaro); Giuseppe Fortuna, 60 anni, detto Pino, di Vibo Valentia (così come chiesto dalla Dda), è stato invece condannato a 4 anni e 8mila euro di multa, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni (avvocato Rotundo). I due imputati sono stati anche condannati al pagamento delle spese processuali e di mantenimento in carcere. Previa esclusione dell’aggravante dell’agevolazione di una cosca mafiosa (in accoglimento delle argomentazioni dell’avvocato Giuseppe Di Renzo e della stessa Dda), il giudice ha poi dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Vincenzo Barba, 72 anni, di Filogaso, poiché il reato è estinto per intervenuta prescrizione. Assolta poiché il fatto non costituisce reato Giuseppina De Luca, 55 anni, di Vibo Valentia (avvocato Giosuè Monardo, con la Dda che aveva chiesto la condanna a 2 anni) ed assolta per non aver commesso il fatto Erika Ventrice, 36 anni, di Pizzo (avvocato Giovanna Fronte. Anche la Dda aveva chiesto per lei l’assoluzione). Quest’ultima rispondeva del solo reato di intestazione fittizia di beni. Le condanne sono scontate di un terzo per via della scelta da parte degli imputati di essere giudicati con rito abbreviato.

L’operazione scattata nel gennaio dello scorso anno costituisce la prosecuzione dell’indagine Rinascita Scott eseguita il 19 dicembre 2019 dai carabinieri. Da ricordare che Giuseppe Fortuna (cl ’77) è stato già condannato nel troncone principale di Rinascita Scott a 17 anni di reclusione, mentre per Giuseppe Fortuna (cl ’63) la condanna – sempre in Rinascita Scott – è stata in primo grado di 4 anni e 6 mesi. L’indagine – corroborata da intercettazioni e da diversi collaboratori di giustizia – avrebbe documentato l’appartenenza al clan di Sant’Onofrio di quattro soggetti uno dei quali, per agevolare le attività di riciclaggio in favore della cosca Bonavota, avrebbe costituito una serie di società di diritto italiano, ungherese e cipriota, fittiziamente intestate a terzi soggetti. Sono state anche ricostruite le dinamiche sottese ad una truffa, consumata nel 2017, ai danni di investitori omaniti che avevano versato la somma di un milione di euro dietro la promessa di ottenere il 30% delle quote di una società cui era riconducibile un compendio immobiliare a Budapest; è stato poi eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni e società per un valore di circa 3 milioni di euro.
L’indagine – sviluppata in un articolato contesto di cooperazione internazionale di polizia giudiziaria con autorità ungheresi, cipriote, francesi, danesi e britanniche e il coordinamento di Eurojust – si è avvalsa anche della collaborazione dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia.  

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