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L’autovelox di Pizzo non è omologato: la possibilità di evitare il salasso per chi ha preso la multa alla Marinella

L’apparecchiatura incubo degli automobilisti che percorrono il rettilineo della ex 522 è dello stesso modello intorno al quale recentemente sono fioriti migliaia di ricorsi in Calabria e nel resto d’Italia. La Cassazione parla chiaro, ma il risultato non è scontato

L’autovelox di Pizzo non è omologato: la possibilità di evitare il salasso per chi ha preso la multa alla Marinella

L’auto che precede va a passo di lumaca o, per meglio dire, così sembra: il tachimetro segna 48 all’ora. L’automobilista che segue comincia a strombazzare infastidito: «E muoviti!». Ma l’altro non ci pensa proprio, perché sa che su quella striscia d’asfalto che costeggia il litorale di Pizzo, alla Marinella, il Comune ti “guarda”. E lo fa con occhi elettronici che scrutano, segnano e riferiscono. Lo strombazzante perde la pazienza, impreca e sorpassa in progressione: 60, 70, 80 all’ora, assaporando con un ghigno il breve momento di rivalsa. Ma nel giro di qualche giorno riceverà una sorpresina in una busta colorata con quella odiosa e inconfondibile tonalità di verde.

Scene di tutti i giorni lungo una manciata di chilometri della Provinciale 95, quella che una volta era la Statale 522, ingresso nord del territorio napitino. Ma non bisogna essere necessariamente un automobilista arrogante e iroso per beccarsi una multa. Da queste parti ci cascano tutti, o quasi, perché quel rettilineo appesantisce il piede sull’acceleratore, facendo sembrare il limite di 50 all’ora incompatibile con il buonsenso. Eppure è così dallo scorso aprile, da quando quel numero fatidico, 50 appunto, rappresenta la linea rossa da non oltrepassare per non irritare il Tutor che vigila sulla strada e calcola la velocità media. Così le contravvenzioni per eccesso di velocità fioccano: decine e decine ogni giorno. La rabbia tra gli automobilisti per l’autovelox infame cresce e le accuse al Comune hanno sempre lo stesso tenore: «Fanno soldi a nostre spese, è un modo per far cassa, non è giusto».

Di certo il Comune di Pizzo non ci perde, ma neppure ci guadagna in termini di immagine, soprattutto alla luce delle sue peculiarità turistiche. «Qui a mare non ci vengo più, in pochi giorni due da 145 euro l’una ne ho prese di multe…», ha dichiarato una signora alla nostra Cristina Iannuzzi, che sulla questione ha realizzato un reportage intorno al quale si sono affastellati sui social commenti inviperiti di chi si è identificato nel tartassato di turno.

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Ma ora quelle multe, se non ancora pagate, potrebbero rivelarsi carta straccia. Certo, tra il dire e il fare c’è di mezzo un giudice di pace e la proverbiale incertezza del diritto italiano, ma la possibilità di evitare il salasso c’è. Nei numerosi verbali che ci sono giunti in redazione, inviati da chi è finito suo malgrado fotografato e sanzionato, si legge infatti che “il rilievo è avvenuto a mezzo apparecchiatura Kria T-EXSPEED V 2.0”. Ebbene, questo rilevatore di velocità è proprio quello finito nei mesi scorsi nell’occhio di un ciclone mediatico-giudiziario perché non “omologato” ma solo “approvato”.

La vicenda è nota, riguarda mezza Italia, se n’è parlato a lungo ed è inutile tornarci su. Può invece bastare richiamare l’attenzione sull’ultimo capitolo della storia, quello scritto dalla Corte di Cassazione nell’aprile scorso. Gli ermellini hanno chiarito che “omologazione” e “approvazione”, checché ne dica il ministero dei Trasporti, non sono sinonimi e le norme in vigore chiedono espressamente l’omologazione degli apparecchi di rilevazione della velocità, perché garantisce l’ottimale funzionalità degli strumenti utilizzati. Insomma, per essere validi, gli accertamenti alla base delle multe per eccesso di velocità devono essere fatti con autovelox omologati. E quelli utilizzati a Pizzo non lo sono. Quindi impugnare il verbale può avere un certo margine di successo. Ma non è sicuro che funzioni, perché da quando la Cassazione ha sentenziato una buona parte dei Giudici di pace ha continuato ad attenersi alle circolari ministeriali, glissando sulla decisione della Suprema corte.

Come se non bastasse il ministero dei Trasporti sembra intenzionato a chiudere definitivamente la partita promuovendo una norma che azzeri tutto, decretando l’obbligatorietà dell’omologazione degli autovelox dalla data di una nuova circolare, mentre per le multe fatte in passato varrà l’equivalenza tra omologazione e approvazione. Come dire, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato. Meglio sbrigarsi, dunque, perché tra non molto potrebbe essere troppo tardi.

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