venerdì,Aprile 26 2024

Confisca beni al boss Vallelunga, si ritorna in Cassazione

La Suprema Corte dovrà esaminare i nuovi rilievi della difesa degli eredi del defunto capoclan di Serra San Bruno

Confisca beni al boss Vallelunga, si ritorna in Cassazione

Si ritorna in Cassazione per la confisca dei beni appartenuti al boss di Serra San Bruno, Damiano Vallelunga, a capo del clan dei “Viperari” ed ucciso a Riace nel settembre del 2009. La Suprema Corte dovrà decidere sulla revoca della confisca sulla base di nuove prove prodotte dagli avvocati Francesco Stilo e Paola Stilo in relazione ad un immobile sito a Serra San Bruno in via Carlo Pisacane. La difesa di Teresa Rachiele – moglie di Damiano Vallelunga – ha chiesto infatti la declatoria di incompetenza funzionale in relazione all’estinzione del reato, con trasmissione degli atti alla Cassazione con effetti pro reo sull’intervenuta confisca. In particolare, il difensore punta a dimostrare la provenienza lecita del bene confiscato il cui acquisto, secondo la tesi difensiva, sarebbe giustificato da documentazione attestante la proporzione rispetto alla capacità economica e ai redditi di Teresa Rachiele e dei figli.

Si tratta della casa storica del boss Damiano Vallelunga, già oggetto di un provvedimento di sfratto nel marzo del 2012 eseguito dalla polizia in attuazione di quanto disposto dal Nucleo di supporto per i beni confiscati istituito dalla Prefettura di Vibo Valentia. Damiano Vallelunga per decenni ha rappresentato la massima espressione della ‘ndrangheta vibonese e del Soveratese, con un potere ed un’autorevolezza mafiosa che i pentiti indicano pari a quella di Luigi Mancuso. Damiano Vallelunga, a capo dell’omonimo clan di Serra San Bruno, detto anche dei “Viperari” , è stato ucciso a Riace il 27 settembre del 2009 dinanzi al santuario dei santi Cosma e Damiano. Un delitto che sarebbe stato pianificato dagli esponenti di vertice dei clan Gallace di Guardavalle, Leuzzi di Stignano e Ruga di Monasterace entrati in conflitto con Damiano Vallelunga per la gestione di alcuni appalti milionari nelle Serre calabresi come il business dell’eolico.

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