‘Ndrangheta: revocata la libertà vigilata a Roberto Piccolo
Il 62enne di Nicotera Marina viene ritenuto dagli investigatori un elemento di peso del clan Mancuso

Revocata dal magistrato di Sorveglianza di Catanzaro la misura della libertà vigilata nei confronti di Roberto Piccolo, 62 anni, di Nicotera Marina. In accoglimento di un ricorso dell’avvocato Giuseppe Di Renzo, il magistrato di Sorveglianza ha ritenuto Roberto Piccolo – da sempre ritenuto dagli investigatori come intraneo al clan Mancuso sebbene mai condannato per reati associativi – non più pericoloso socialmente. Piccolo ha espiato una pena in carcere per la detenzione di armi dal 2009 al febbraio 2024 e dalla data della scarcerazione «non ha dato adito a rilievi penali – evidenzia il magistrato di sorveglianza – fatta eccezione per un controllo domiciliari in cui non ha risposto alle forze dell’ordine».
Il fatto che Roberto Piccolo (assistito dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Francesco Capria) non abbia attualmente procedimenti penali pendenti e che abbia «mantenuto un comportamento collaborativo con il funzionario del servizio sociale» ha quindi indotto il Tribunale di Sorveglianza a revocare la misura della sorveglianza speciale.
Roberto Piccolo vanta precedenti per i reati di detenzione e porto illegale di armi, ricettazione, spaccio di stupefacenti, tentati omicidi. Tre figli sono invece detenuti (stupefacenti e armi), mentre uno è stato condannato anche per omicidio e rapina. A parlare di Roberto Piccolo era stato anche il collaboratore di giustizia, Andrea Mantella, rimasto ferito nei primi anni ’90 nel corso di una sparatoria a Vibo Valentia, nei pressi del cinema Valentini, che l’ha visto opposto allo stesso Piccolo.
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