sabato,Aprile 20 2024

Messo alla porta per timore del contagio: l’odissea di un fuorisede vibonese al Nord

Autorizzato a partire per la Calabria si vede respinto alla stazione di Milano e resta senza casa a Verona: l'incredibile vicenda a lieto fine di un giovane tirocinante di Vibo

Messo alla porta per timore del contagio: l’odissea di un fuorisede vibonese al Nord

Il dramma di chi non può restare al Nord ma non riesce a fare rientro in Calabria. È la situazione disperata vissuta da centinaia di cittadini, tra cui studenti e lavoratori di ogni fascia d’età esiliati nelle regioni settentrionali. A raccontarci la sua storia, scrivendo alla nostra redazione, anche Francesco Russo, ex tirocinante in psicologia. Il giovane vibonese, a Verona per uno stage in una clinica privata, vista l’emergenza sanitaria e l’impossibilità di restare a lungo nella città di Romeo e Giulietta, doveva far ritorno in Calabria prendendo l’unico treno della giornata in partenza da Milano Centrale. «Nonostante abbia presentato alle forze dell’ordine i biglietti emessi per scendere, con i relativi documenti che confermano l’impossibilità di rimanere sul luogo in cui abitavo poco prima – spiega il ragazzo – si sono assunti la responsabilità di non farmi partire, consigliandomi il rientro presso il domicilio di Verona».

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E non solo: «Rientrato – fa presente – vengo ulteriormente fermato dalla polizia e dai militari che mi chiedevano il motivo del ritorno a Verona nonostante l’ok a partire ricevuto». Ma la disavventura non finisce qui: «Cercando di raggiungere il mio domicilio, sono stato in un primo momento accettato dai miei padroni di casa. Successivamente, però, dopo un confronto con la mia coinquilina, hanno scelto di lasciarmi fuori nonostante avessi pagato il mese di aprile per intero, facendo leva sui timori di un eventuale contagio». Inutili i tentativi da parte dei proprietari dell’immobile a trovare una soluzione alternativa contattando dei B&b «poiché le strutture non sono aperte al pubblico visto l’andamento dell’epidemia».

Francesco, rimasto letteralmente in mezzo alla strada, si rivolge alla polizia ferroviaria. L’unica via d’uscita da quel limbo, è stata la scelta di affittare una macchina «andando a gravare ancora di più sul bilancio della mia economia». Ormai tardi «grazie a un conoscente ho trovato una sistemazione di fortuna. Se non avessi passato lì la notte, – racconta – l’avrei passata sicuramente sotto un ponte o chissà dove». Ieri, 22 aprile, con il mezzo noleggiato il giorno precedente, «sono partito alla volta di Vibo dove ora mi trovo in quarantena». (GdA)

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