martedì,Marzo 19 2024

Mileto ed i palazzi in abbandono, un enorme patrimonio da salvare

Tanti gli edifici lasciati in colpevole stato di degrado anche in pieno centro. Uno “spettacolo” al quale occorre porvi rimedio

Non è certamente una Mileto nel suo massimo splendore, quella che si presenta ai tanti emigranti e turisti che in questo scorcio di stagione estiva stanno giungendo sul territorio. Se non altro dal punto di vista architettonico-ambientale. All’imponenza della Cattedrale e degli ottocenteschi palazzi della zona episcopale, e ai pochi fabbricati in stile liberty che ancora permangono in condizione decorosa, in pieno centro cittadino si contrappongono, infatti, i tanti edifici lasciati in colpevole stato di degrado.

A fungere da triste metafora del decadimento di un’intera comunità. La situazione persiste da anni, nel colpevole silenzio e, in alcuni casi, con la complicità delle istituzioni pubbliche preposte. Chi giunge alla periferia nord della città viene accolto dalle tante case “non finite”. Il peggio, però, viene dopo, e si può “apprezzare” solo una volta giunti nel cuore della cittadina normanna, davanti alla Villa comunale. Quella che, secondo l’impianto originario a campo romano predisposto in epoca borbonica, all’indomani del terremoto del 1783, rappresentava parte della piazza centrale “pe li mercati generali”.

Qui, alzando di poco lo sguardo, ci si ritrova di fronte ad uno scenario surreale, ad “apprezzare” quello che, a tutti gli effetti, può essere definito l’obbrobrio di Mileto. L’ottocentesco seminario teologico diocesano, oggi di proprietà privata, dopo le calamità piovutegli addosso negli ultimi decenni (danneggiamenti fortuiti, con tanto di successivi parziali abbattimenti ad opera del Comune, incendi e quant’altro), si presenta pericolosamente traballante, lasciato colpevolmente a marcire in attesa che crolli definitivamente, magari con qualche aiutino. A fungere da poco edificante biglietto da visita della città.

Lo spettacolo non cambia spostandosi nella vicina piazza “Cattolica”. Qui, il campanile dell’omonimo Santuario mariano sta negli anni letteralmente cadendo a pezzi, presentandosi come se fosse stato addirittura crivellato di colpi. Casi del genere, purtroppo, si possono contare a decine nel centro cittadino, e si notano anche per il “marchio di fabbrica” che li contraddistingue: le transenne che da mesi e anni le incorniciano, anch’esse ormai paradossalmente obsolete e traballanti. Più volte i Vigili del Fuoco, intervenuti sul posto, hanno emesso ordinanze di messa in sicurezza e ripristino dei fabbricati. L’ultima è del Comune e risale a poche settimane fa. La speranza, a questo punto, è che prima che sia troppo tardi si passi dalle “carte” ai fatti. Nello specifico, che l’Amministrazione comunale, in caso di ennesima inadempienza,intervenga autonomamente a sanare le questioni,ponendo le spese a carico dei proprietari. Prima che sia troppo tardi e, magari… ci scappi la tragedia.

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