giovedì,Aprile 25 2024

Mafia e politica, il monito del senatore Morra per il voto a Briatico e Limbadi

Dopo l’inchiesta de Il Vibonese.it, il presidente della Commissione parlamentare antimafia invita i cittadini a prestare attenzione ed annuncia: «Pubblicheremo gli "impresentabili" dei Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose»

Mafia e politica, il monito del senatore Morra per il voto a Briatico e Limbadi
Nicola Morra

«In questa tornata elettorale due Comuni del Vibonese – purtroppo sciolti per mafia più di una volta – andranno finalmente al voto e le rispettive comunità avranno adesso la possibilità di riscattare i loro territori». E’ quanto afferma in una nota stampa il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra.
«Sento di dover fare un appello – prosegue Morra – ai cittadini di Briatico e Limbadi: chiedo loro attenzione e razionalità nello spendere il proprio voto. Se si vuole riscattare il nome di queste cittadine bisognerà selezionare candidati meritevoli e puliti, scevri da ogni tipo di ombra che possa inficiare il lavoro della futura amministrazione.
Ho letto di recente su Il Vibonese.it, in un articolo del giornalista Giuseppe Baglivo, che alcuni candidati di Limbadi – territorio che ha visto il crudele assassinio del quarantaduenne Matteo Vinci tramite un’autobomba – avrebbero parentele o coinvolgimenti con persone finite in inchieste del calibro di Black Money in cui era interessato il boss Pantaleone Mancuso (Vetrinetta), Onorata Sanità ed Imponimento. C’è chi pur essendo candidato consigliere – secondo quanto riportato da Il Vibonese.it – non farebbe mistero della propria amicizia con uno dei figli del boss Cosmo Michele Mancuso pubblicandone foto sui social-network». Morra spiega: «Legami di questo tipo non sono un reato, tuttavia non è da escludere che certi rapporti possano portare a richiedere nuove Commissioni d’accesso e le stesse possano sfociare in nuovi scioglimenti.

Nel Comune di Briatico, invece, si presentano candidati che hanno già guidato l’amministrazione poi sciolta per infiltrazione nel 2003, le cui motivazioni facevano riferimento all’ingerenza sul piano regolatore da parte del clan Accorinti o alla presenza in quella giunta del vicesindaco Vincenzo Franco Accorinti, fratello del boss Antonino Accorinti. Non possiamo dimenticare i riferimenti a Lidio Vallone nella sentenza “Costa Pulita” che lo portarono a ritirarsi lasciando campo libero ad Andrea Niglia, la cui amministrazione venne sciolta per infiltrazioni nel 2018».
«Queste ed altre vicende – conclude il presidente della Commissione parlamentare antimafia -, che interessano le prossime elezioni comunali di queste due importanti comunità del vibonese, mi auguro possano far riflettere attentamente i cittadini e guidarli in una scelta sana e consapevole. Sarà compito della Commissione antimafia presentare prima possibile una lista di “impresentabili” per i Comuni già sciolti per mafia che andranno al voto».

Sin qui l’apprezzabile e puntuale intervento del senatore Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia. Per parte nostra evidenziamo che, al di là del fatto se alcuni rapporti e frequentazioni degli amministratori di un ente locale possano o meno portare all’invio da parte delle Prefetture di una Commissione di accesso agli atti per accertare eventuali condizionamenti, il problema di alcuni tipi di legami, o problemi con la giustizia, è molto più semplice e sta a monte di tutto, azzerando ogni tipo di ragionamento o interpretazione (più o meno interessata e che si è scatenata in questi giorni e in queste ore a Limbadi e dintorni anche da parte di chi alcune cose avrebbe invece il dovere di renderle pubbliche) sulle norme che regolano gli scioglimenti degli enti locali per infiltrazioni mafiose.
Cosa dice infatti l’articolo 54 della Costituzione? I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”. Con disciplina ed onore, appunto. E non occorre quindi alcuno sforzo interpretativo per capire che per un amministratore pubblico non vi è alcun onore a mantenere certi rapporti o legami (presenze ad alcuni matrimoni o giri in macchina con pregiudicati o figli di boss che siano). Semplice.

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